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Cronaca Redazione 18 giugno 2010 22:56 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANELLA - Anche nella piccola cittadina dell’hinterland nolano - così come è accaduto in molti territori italiani - sono state raccolte le firme per la presentazione dei tre quesiti referendari che mirano rispettivamente a fermare la privatizzazione dell’acqua, a riportare la gestione dei servizi idrici sotto controllo pubblico, ad eliminare i profitti dal citato bene comune.
A rendersi promotore dell’iniziativa - con il sostegno di altre forze sociali - è stato il Comitato “Insieme si può”, che - domenica scorsa - aveva allestito due postazioni per un flash mob, che ha consentito di raccogliere un centinaio di firme in poche ore. La raccolta di firma - assoggettate al controllo e alla vidimazione dai consiglieri comunali di opposizione Concetta Mattiello e Antonio Iossa - è proseguita per tutta la settimana. Così come in altre zone, fino al 30 giugno, anche in assenza dell’allestimento di nuove postazioni, rivolgendosi al medico e all’avvocato succitati, sarà possibile apporre una firma suoi tre moduli per le richieste referendarie.
E’ importante, tuttavia, ricordare che firmare per i referendum non è sufficiente, se passeranno gli stessi dovranno essere sostenuti attraverso il voto. Si tratta di un voto su una questione di particolare interesse collettivo, Con il primo quesito per fermare la privatizzazione dell’acqua, si propone l’abrogazione dell’art.23 bis della Legge n. 133/2008 e sue successive modifiche, bloccando le accellerazioni governative di cambio di gestione, totalmente a sfavore di una gestione pubblica.
Con secondo quesito, che apre la strada alla ripubblicizzazione del servizio idrico, si propone, invece, l’abrogazione dell’art. 150 del Decreto Legislativo n. 152/2006, in maniera tale che non sia più consentito il ricorso a società di capitali per la gestione del servizio stesso, favorendo quella facente capo ad enti di diritto pubblico, con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali.
Con il terzo quesito, che mira ad eliminare i profitti dal bene comune acqua, si propone, infine, l’abrogazione dell’art. 154 del Decreto Legislativo 152/2006 limitatamente alle seguenti parole “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, sottraendo la gestione di un bene essenziale ed indispensabile per la vita al lucro.
Loredana Monda
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