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Cronaca Redazione 29 novembre 2009 23:35 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Domenica 29 novembre 2009, ore 5 circa del mattino: un boato tremendo sveglia nel sonno gli abitanti di via Selva e della vicina via G. Marconi: un’auto, proveniente a forte velocità lungo via Selva, esce di carreggiata e si scaglia contro il muro perimetrale di un terreno colpendo una condotta del gas metano. Sul posto, a circa 150 metri dall’incrocio tra via Selva e via E. De Filippo, accorrono carabinieri e vigili del fuoco per mettere in sicurezza la zona.
Niente di particolarmente preoccupante … se non fosse che il terreno interessato dall’incidente è utilizzato sia come parcheggio di camion che trasportano materiali chimici pericolosi per la salute umana ed incendiabili, sia come area di stoccaggio di botti contenenti gli stessi materiali chimici, sovente posizionate sui camion stessi. Ora, come direbbe un noto giornalista, la domanda nasce spontanea: cosa sarebbe successo se l’incidente avesse provocato un incendio ?
Considerato il fatto che il rischio incendio di tali materiali chimici (che sono incendiabili per loro stessa natura) è amplificato dal fatto che le botti sono conservate sui camion stessi e quindi con l’ulteriore rischio incendio rappresentato dal carburante, se il gas eventualmente fuoriuscito dalla condotta del metano avesse preso fuoco a causa dell’impatto, avremmo pianto un’altra “Agrimonda”?
Com’è possibile che vengano stoccati all’aperto, senza alcuna sicurezza, senza alcun impianto anti incendio, a pochi metri dalle abitazioni e, tra l’altro, in zona agricola, materiali chimici incendiabili, pericolosi. Le autorità aspettano qualche catastrofe per agire? Non sarebbe meglio prevenire, piuttosto che piangere qualche altra catastrofe? Cosa fanno le autorità ? Ed i carabinieri e vigili del fuoco che sono intervenuti sul posto, non si sono accorti del deposito di materiali chimici ? VIVA L’ITALIA.
Giovanni Romano (abitante di Mariglianella)
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