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Cronaca Redazione 26 maggio 2010 20:59 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Nuove traiettorie esplorative dell’urbano.
CIMITILE – La manifestazione “Maggio dell’architettura” volge al termine con il suo ultimo incontro in programma, sempre nelle Basiliche Paleocristiane, con un altro ospite d’eccezione : Giampaolo Nuvolati.
Un sociologo, autore del libro “Lo sguardo vagabondo. Il flâneur e la città”, è stato scelto come relatore “ad hoc”, dall’associazione organizzatrice SiebenArchi, per indirizzare ad una riflessione che, iniziata lo scorso 7 maggio con un ragionamento di un architetto disegnatore, è passata attraverso le parole di un teorico dell’arte, per poi concludersi con le considerazioni di uno studioso di sociologia in relazione all’architettura e l’urbanesimo.
Il termine “flâneur”, che farà da sfondo anche all’incontro di venerdì 28, riferito in origine verso la fine dell’Ottocento a “poeti e intellettuali che, passeggiando tra la folla dei cittadini consumatori, ne osservavano criticamente i comportamenti”, si presta oggi a un riuso piuttosto allargato: l’autore - relatore offrirà una panoramica di queste innovazioni semantiche, correlandole agli elementi che caratterizzano la “società tardomoderna”.
La nozione di flâneur sollecita oggi con forza l’interesse delle scienze sociali e della filosofia, ma anche della letteratura e del cinema, per la capacità di identificare una particolare pratica di viaggio e di esplorazione dei luoghi, di rapporto riflessivo con le persone e gli spazi. Animale urbano per eccellenza, allevato alla dura scuola della metropoli moderna, il flâneur incarna il desiderio di libertà errabonda nell’individuo imprigionato da vincoli territoriali, ideologici, professionali; la ribellione contro le pratiche consumistiche di massa, specie contro il turismo mordi e fuggi; l’aspirazione ad assaporare la vita secondo ritmi più meditati; il recupero della sensibilità come forma di conoscenza.
Trapiantata dalle gallerie parigine nelle periferie urbane e nei grandi centri commerciali metropolitani, la figura del flâneur sembra testimoniare lo smarrimento dei nostri giorni, ma anche il desiderio di sperimentare nuove relazioni con i luoghi e i loro abitanti. Materiale interessante, e per certi versi estraneo ai luoghi comuni dell’architettura, quello che sarà messo in campo per coloro che interverranno all’appuntamento conclusivo del maggio targato SiebenArchi.
Dott. Della Gala Alfonsina
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