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Cronaca Redazione 06 aprile 2010 23:50 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
BRUSCIANO - La tradizione ed il percorso di fede nel culto della Madonna dell’Arco richiama nelle festività pasquali, ed in special modo il Lunedì dell’Angelo, decine di migliaia di “fujenti”, fedeli, famiglie e comitive da ogni parte della Campania verso il Santuario dei Padri Domenicani di San’Anastasia.
Anche a Brusciano si sono ripetute le corse delle squadre di “vattienti” che attraversando il paese si scambiavano saluti rituali presso le postazioni storiche delle edicole votive addobbate per l’occasione con bandiere, decori argentati e dorati, e omaggi floreali. Distese di canti e musiche tradizionali del repertorio sacro e folclorico, “voci” lanciate come richiamo generale alla devozione della “Maronn’e ll’Arc”.
Cerimonia eucaristica e benedizione per tutte le squadre, fuochi d’artificio, e cero in spalla via a sciamare per le strade cittadine e quindi a risalire verso Sant’Anastasia. Tutti i gruppi sono strutturati come associazioni ed hanno un presidente.
La soddisfazione del Sindaco, dott. Angelo Antonio Romano per la tranquilla giornata trascorsa e il gratificato impegno dei Vigili Urbani coordinati dal Comandante Luigi Ciccone per le competenze dell’Assessorato alla Viabilità, Mimmo Esposito.
La rituale “Juta” alla madonna dell’Arco con il vestito bianco, la tracolla azzurra e la fascia rossa ai fianchi, con il comandante del drappello di pellegrini a soffiare la chiamata nella trombetta di ottone e sostenere il passo fino al Santuario della Madonna dell’Arco.
Prima il momento sacro e poi quello profano dei balli, delle canti e delle tammurriate con le pause gastronomiche fatte con taralli, pastiere di grano, casatielli e buon vino locale.
Lungo la Nazionale delle Puglie, attraversano Brusciano anche la squadra di Mariglianella che colpisce con la sua assai numerosa, unitaria ed intensa partecipazione e quelle di Lausdomini, più ridotte nei ranghi ma che conservano ancora tratti espressivi di arcaici gesti penitenziali con il percorrere di molti, a piedi nudi, tutto il pellegrinaggio dedicato alla Madonna dell’Arco.
Il sociologo Antonio Castaldo osserva che “sono trascorsi 550 anni dall’evento che scatenò la fondazione riparatrice del culto della Madonna dell’Arco.
Ancora oggi per tanti aspetti e per le residue modalità espressive, intimamente umane, dell’antico sentimento religioso, soprattutto negli strati sociali popolari, si ritrova la funzione di securizzazione e di protezione dal male invocata dalle forme devozionali, di attesa salvifica e di ringraziamento, verso la Madonna dell’Arco.
Le grida, gli urli, i canti, le movenze, di sottomissione e di esultanza del popolo credente continuano a sostanziare il vissuto del cattolicesimo inoltrato nel terzo millennio sotto l’indelebile segno di Passione-Morte-Resurrezione di Cristo”.
Infine il commosso ricordo del Consigliere comunale Nicola Di Maio la cui famiglia dedicò “una cappella in Via Padula. 56 anni fa, proprio alla Madonna dell’Arco, ora meta del tradizionale saluto bruscianese prima della partenza per il Santuario di Sant’Anastasia”.
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