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Cronaca Redazione 23 dicembre 2008 00:34 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
La Nola di fine ottocento e di inizio novecento, tra folclore e antica cultura contadina, è tornata come per incanto nel presepe vivente del prestigioso istituto Santa Chiara di Nola. Boom di visitatori per la riproposizione delle scene della natività da parte dei bambini della scuola elementare, diretta da don Pasquale Capasso.
Il team docente con la collaborazione delle suore ha lavorato instancabilmente per trasformare l’insula monastica trecentesca in un grande presepio dove è prevalso il vero senso dell’evento della natività : solidarietà e volersi bene nel rispetto della vita umana senza steccati e differenze. La cultura della memoria e dei valori sani alla riscoperta dei vecchi mestieri e mestieranti che davano la voce in vernacolo per propagandare la propria mercanzia: è stato questo il leitmotiv del presepe della scuola primaria Santa Chiara.
Si è puntato, infatti, su una struttura scenografica semplice e tradizionale dove sono stati proposti spaccati di vita rurale e di cortile con bambine e bambini intenti a lavare i panni, a preparare e a infornare pane e pasta fresca o ad effettuare la lavorazione dei pomodori peri le conserve da utilizzare tutto l’anno.
Per i visitatori l’intero percorso, che ha riguardato tutti gli ambienti interni ed esterni del Santa Chiara, con la presenza di recinti per gli animali veri tra cui gli asinelli e gli agnellini, ha consentito di compiere un viaggio indietro nel tempo. C’erano contadini, popolane, artigiani, distribuiti in scene di vita contadina con la preparazione di insaccati in cui erano presenti attrezzi d’epoca reperiti dai genitori. Per la scena delle ricamatrici è stato utilizzato anche il fuso, il telaio.
Non è mancata neanche la tipica scena dell’osteria con le locandiere, la tarantella che spiccava tra la vivace policromia dei costumi realizzati con materiali poveri tra cui sacco e iuta proprio come una volta “quant nascette ninn”. Obiettivo dei docenti è stato quello di recuperare la memoria storica attraverso la ricerca delle espressioni e tradizioni tipiche riscoprendo il vernacolo.
Il presepe vivente, animato dai bambini che tra la meraviglia generale hanno dimostrato di essere dei valenti attori di teatro da fare invidia ai professionisti del settore per la perfezione della gestualità , della mimica e della recitazione orale, è stato per gli adulti una preziosa opportunità per riscoprire le proprie origini e riflettere sul vero senso del Natale. Suggestivo il coro degli angeli composto da più di 50 elementi diretti dagli insegnanti di musica e naturalmente grande emozione ha suscitato anche la capanna di Gesù bambino e l’oasi dei Magi.
Le Foto dell'evento
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