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Cronaca Redazione 07 giugno 2010 17:26 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Ieri, Domenica 6 Giugno 2010, la Chiesa ha celebrato la solennità del Corpus Domini e un sostenuto corteo di fedeli, in processione per le strade di Marigliano, ha dato vita ad una significativa manifestazione di preghiera, speranza e ringraziamento per la donazione suprema di Dio al genere umano, l' Eucarestia.
Il Catechismo ci ha insegnato questo: l'Eucarestia è come una gemma, un fiore. Quando questo fiore si apre e giunge a maturazione nasce il frutto della Chiesa: la logica di comunione. Questo è ciò in cui noi cristiani crediamo.
Tuttavia molte volte dimentichiamo che la Chiesa, con tutti i limiti propri degli uomini inseriti in questa storia e nei luoghi che animano, si sforza di vivere la comunione trinitaria in questo mondo ed in questo tempo. La Chiesa è per il mondo, è nel mondo ma non del mondo. Troppo spesso noi cattolici percepiamo la Chiesa come chiusa in se stessa: questo è sbagliato. La Chiesa ha il compito fondamentale, nella sua missione, di agganciare il carro del mondo e portarlo verso la Verità. Quell'invito che il Papa Giovanni Paolo II ha rivolto tante volte ai fedeli: " Spalancate le porte a Cristo" noi di Azione Cattolica, l'abbiamo inteso come "spalancate le porte delle chiese a Cristo", cioè "entrate!", come un invito rivolto alle persone lontane, ai giovani che se ne infischiano di Gesù Cristo. Lo si può interpretare però anche come un invito a noi che frequentiamo le Parrocchie, che stiamo in chiesa, che cantiamo: spalanchiamo le porte a Gesù Cristo, apriamole perchè esca dalla Chiesa. Troppo spesso anche noi l'abbiamo costretto, l'abbiamo sequestrato, l'abbiamo recinto. Apriamo le porte affinchè Lui esca, affinchè cammini libero anche per le nostre città, sulle nostre gambe .E' un invito a tutti gli uomini di buona volontà.
Ecco allora l'importanza che possono avere le processioni: essere la sveglia, il monito a tutti noi fedeli a riscoprire il compito più importante che ci aspetta nella vita di ogni giorno: quello di portare la logica di Cristo, che è logica di amore, per le strade. Cristo insegna un amore che è "stradale", non salottiero o da sacrestia. Per questo sbaglia chi intende le processioni come vecchie e superate manifestazioni di un cattolicesimo bigotto. E anche all'interno della stessa comunità di fedeli, molte persone che settimanalmente affollano le chiese stranamente non sentono la stessa esigenza di scendere per le strade, o se lo fanno si limitano ad assistere ai bordi delle vie, perdendo così un importante occasione di cambiamento.
Non si evangelizza così. Si è come candele spente!
Le processioni possono allora servire ad insegnare ad amare il mondo, a partire dal mondo delle nostre città. Possono quindi far crescere in noi giovani un grande amore per la villa comunale, un grande amore per il corso Umberto, via Vittorio Emanuele; un grande amore per il centro della città, la piazza. Possono essere cioè importanti semi di educazione, di coscienza civica e di attaccamento al territorio. Ecco perchè, secondo me, un amministrazione comunale dovrebbe sempre assicurarne il regolare svolgimento e prendervi parte, anche aldilà delle convinzioni religiose. Questo ieri a Marigliano finalmente è successo. E' un bel segno che sicuramente la comunità saprà apprezzare !
Agostino Devastato
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