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Cronaca Redazione 21 aprile 2010 22:59 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Cosa rimane nel cuore del Cristiano, oggi?
La Pasqua celebrata nella Comunità di san Vito ha lasciato un’orma indelebile in quanti hanno vissuto questo iter di fede.
Già dalla Messa in Coena Domini si è toccato con mano questa disponibilità dell’anima a lasciarsi trafiggere dalla lama del dolore! E il Venerdi, nell’ultimo Venerdì di Via crucis, dalla viva voce di Padre Lorenzo Malatesta, venerabile guida spirituale da sempre, i fedeli di Marigliano, da lui radunati come ogni venerdì di questa Quaresima, in preparazione alla Pasqua, hanno udito l’annuncio che: “la Via crucis è “CAMMINO di Speranza, che conduce alla notte di Pasqua più luminosa della luce”.
“In noi si svolgono la Passione, la morte, la sepoltura di Cristo. LUI, il non-separato, il cui stesso essere è COMUNIONE, ci porta tutti verso il Padre. Si frappone per sempre tra NOI e il NULLA”.
Non poteva esserci INVITO più vero, a celebrare questa Pasqua che si avvicinava, per scuoterci dal nichilismo in cui sembra sia caduta la nostra vita, schiacciati dai nostri peccati, mentre proviamo la stessa paura, la stessa angoscia di una solitudine che sa di abbandono.
La proiezione delle IMMAGINI SALIENTI, tratte con cura dal Film di M. GIBSON –PASSION -, hanno sottolineato STAZIONE per STAZIONE, la Via di Gesù al CALVARIO.
E’ stata la prima volta che la muta COMUNICAZIONE è diventata profonda COMMOZIONE.
Quella VISIONE ha attanagliato il cuore nostro, cuore di CRISTIANI impenitenti tanto da farci scorrere tutto addosso, come acqua su vetro, quando in questa società dell’apparire tutto deve essere solo “ apparentemente” perfetto!
Ai piedi dell’altare, con il solo sottofondo di musiche coinvolgenti quanto strazianti, intercalate dai CANTI della corale, guidata magistralmente da Marilena La Montagna, le note di uno spartito musicale quasi grondante del sangue e del grido di dolore del Figlio di Dio, si chiedeva: “ Che male ho fatto mai, Popolo mio, perché mi fai soffrire, morirò per te!”
Il commento che seguiva era una nostra richiesta a diventare SUA CONSOLAZIONE.
La nostra colpevolezza di figli diventava eclatante e ci rivedevamo in quel Giuda che con un bacio tradiva e consegnava Gesù ai soldati mentre tutti i discepoli lo abbandonavano, fuggendo.
Il peccato crea sottili legami di complicità!
Quale velo ha appesantito lo sguardo di Giuda, sì da non sentire l’ultimo appello all’AMORE?
Gesù lo chiama ancora AMICO!
Dobbiamo capire però, che non è facile sbarazzarsi di Dio!
E come in una CATARSI ci immedesimiamo in Pietro “Uno di noi “ e diciamo: “Qualunque cosa accada sarò dalla Tua parte Gesù!” ma poi, noi Popolo informe, massa amorfa, presto gridiamo: “CROCIFIGGILO... è REO di morte!”
Cristo Gesù, Dio, che ci ha nutriti con la manna nel deserto, è condannato!
La nostra SCIENZA, il nostro SAPERE, ci chiudono gli occhi.
Al risveglio, Signore, Dacci l’audacia di accoglierTi e riconoscerTi e quando Tu ci chiedi: ” Voi chi dite che Io sia?” Dacci il coraggio di cercarTi nella nostra vita quotidiana perché le meschinità e le mediocri esperienze a cui ci sottoponiamo, sono la nostra condanna. Solo allora quando ci riconosciamo incoerenti e vigliacchi, fragili e scostanti piangiamo - Ti rinneghiamo come Pietro - lui che aveva incontrato l’Amore rifiutato da Giuda.
Sì, Pietro, noi ti amiamo, per il tuo pianto che è nostro!
Le armoniose, melodiche voci del coro cantavano: “ Perché non riconosci il Tuo PASTORE? Perché non comprendi il Tuo SIGNORE? Da sempre ti ho amato”.
Ci è insopportabile la Tua bontà, Signore? La Tua remissività?
Riconosciamo nei nostri Pastori il volto di Dio? Riconosciamo nella tenerezza delle mani del Sacerdote la tenerezza del perdono? La soavità di una benedizione che infonde pace? Perché Tu o Dio hai voluto fidarti dell’uomo! Hai osato, Ti sei donato!
Ma PILATO, nella V stazione fugge perché l’inquietudine lo assale, Pilato ha troppo da fare... se ne lava le mani!!!
Il popolo ha liberato BARABBA al posto Tuo, Gesù. E’ cosi che siamo pronti a rinnegarti se intralci i nostri progetti politici, per non essere diversi dagli altri.
Sei Tu che ci liberi veramente per farci diventare tutti” Bar Abba”, cioè “figli del Padre”, grazie alla Tua morte!
Donaci il coraggio di testimoniare la solidarietà.
Non vogliamo essere quella folla che ieri gridava: ”OSANNA!!” e domani Ti vorrà morto!
E’ comodo un Dio tenuto lontano da rispettare a distanza !
“ I nostri occhi hanno visto quello che noi non avremmo voluto vedere mai!”.
L’uomo che non ha mai giudicato, eccolo condannato.
Gesù flagellato e coronato di spine!
Gesù fatto oggetto di scherno e crocefisso!
Gesù aiutato dal Cireneo.
Gesù che incontra le Pie Donne ! Ha la forza di parlare. Le invita a non piangere su di Lui, perché non accetta le false lacrime! Ci esorta a buttare giù le maschere della falsità. Vuole che la nostra fede non sia apparenza, abitudine, dovere. Lui sa cosa vuol dire non farcela più e come il Cireneo, siamo lo “sconosciuto” costretto ad aiutarlo!
Non ha voluto il gesto generoso dell’amico, ma l’aiuto forzato ed impaurito dello sconosciuto!
Diventa sorgente di luce come il gesto di Paolo.
Gesù ha sigillato con il sangue le Sue parole: “ Ti amo”!
Sospeso tra cielo e terra, si è consegnato alla nostra indifferenza.
O croce di CRISTO, ricolmi di silenzio, lì ai Tuoi piedi come Maria che implorava: “Carne della mia carne, cuore del mio cuore, lasciami morire con te” sotto il segno della nuova alleanza, crediamo nella VITTORIA della Tua Croce, avvolti dal MISTERO di un Dio che muore d’AMORE.
Da Lei impareremo a diventare grido di gioia per l’Uomo salvato!
Il mondo non sia più una tomba vuota perché TU accetti e abiti le nostre sconfitte, riempiendole di RESURREZIONE.
Poi nell’epilogo, SILENZIO, la benedizione del Presidente di questo pio esercizio ci congedava verso una notte piena d’inquietudine ma gravida di Vita!
Grazie alla Comunità Francescana! Che Dio alberghi sempre nei vostri cuori per farci inondare di Grazia”.
Prof. Teresa Bora Cerciello
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