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Cronaca Redazione 21 agosto 2008 18:27 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Cosa succederebbe se per sei giorni mancasse l'acqua sulla costiera sorrentina? Come reagirebbero i sindaci da Castellamare a Sorrento se per una settimana il duo Arin-Gori chiudessero i rubinetti? Non succederà mai. Perché da quelle parti gli amministratori, e la popolazione, sanno farsi rispettare. Nella zona vesuviana, invece, i padroni dell'acqua decidono che in venti giorni l'acqua può anche mancare per dieci: due emergenze idriche a distanza di una settimana una dall'altra. Diverse le responsabilità , a più livelli, che è opportuno elencare.
Nella più totale indifferenza di una Regione, da cui dipende l'Arin, ormai allo sbando, in balia di se stessa, alle prese con il potere e il mantenimento dello stesso. Poi c'è la Gori, azienda a cui paghiamo le nostre profumate bollette, che è complice in questa miserabile operazione di assetarci perché scarica sull'Arin le colpe che sono anche sue. Poi c'è la Prefettura che ha avallato questa scellerata operazione senza mettere in conto eventuali pericoli per la salute pubblica e rivolte tra la popolazione che ha sopportato fin troppo. Un errore di superficialità che un organo dello Stato non dovrebbe commettere.
Infine i sindaci, abituati ad accettare supinamente ogni decisione presa dalla nefasta coppia Arin-Gori: mai che un primo cittadino si opponga, chieda di vederci chiaro, che difenda i suoi cittadini di fronte a simili scempiaggini. Giusto di straforo qualche tirata d'orecchie anche alla magistratura che di fronte a denunce di provati cittadini non hanno mosso un dito.
E' arrivato il momento di creare un "comitato acqua", per fermare la stoltezza di questi signori che pretendono di governare questo bene prezioso come dei satrapi, che dispongono la chiusura di un servizio di pubblica utilità strafregandosene dei cittadini. Perché puoi prendere quanta acqua vuoi in casa, ma come si fa a resistere una settimana in pieno agosto? Chi ha dato l'ok a queste interruzioni si assuma le responsabilità politica e amministrativa, licenziando i funzionari di queste aziende che hanno avallato questi interventi.
La verità è che non esistono lavori al mondo che giustificano una settimana senza acqua, a meno che non si è in guerra o in Darfur. Non servono petizione né denunce, tanto nessuno le prende in considerazione, bisogna scendere in strada e bloccare tutto. E' l'unica strada per farli ragionare.
Salvatore Piccolo
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