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Cronaca Redazione 28 giugno 2008 00:21 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
In data 25 /6, nella Provincia di Napoli, e precisamente nel comune di Ottaviano all'interno di una villetta alla periferia del predetto comune, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna con l'ausilio di personale della Stazione CC di Ottaviano, traevano in arresto il latitante TECCHIA Gennaro, inserito nell'elenco del Ministero dell'Interno, tra i 100 ricercati più pericolosi a livello nazionale, elemento di spicco del Clan Russo, operante nell'agro Nolano e facente capo ai fratelli Pasquale e Salvatore Russo, questi ultimi inseriti nell'elenco dei trenta ricercati più pericolosi a livello nazionale.
Nel corso dell'operazione condotta con servizi di osservazione e pedinamento e con l'ausilio di mezzi tecnici, i Carabinieri traevano in arresto per procurata inosservanza della pena altre due persone padre e figlio che secondo una ricostruzione investigativa avevano permesso la latitanza del Tecchia e risultati poi i proprietari dell'immobile.
L'operazione che ha portato alla cattura del latitante è durata oltre un anno ed è stata diretta da questa Direzione Distrettuale Antimafia, si ricorda che il Tecchia era latitante dal mese di maggio del 2006, in quanto colpito da Ordinanza di Custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli, per il reato di tentata estorsione con l'aggravante di aver agito per agevolare le finalità dell'associazione camorristica di riferimento, provvedimento scaturito a seguito di indagine svolta dalla Squadra Mobile di Napoli e per il quale procedimento veniva condannato dal Tribunale di Napoli con rito abbreviato alla pena di anni 5 di reclusione.
Successivamente il fuggitivo, veniva colpito dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, su attività investigativa dei CC del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, della Sezione Anticrimine CC di Napoli, del Centro Operativo D.I.A. di Napoli e della Squadra Mobile partenopea che portò all'arresto di 89 persone, il Tecchia rinviato già a giudizio deve rispondere dei reati di associazione per delinquere di stampo camorristico per avere partecipato, unitamente ad altre persone in via di identificazione, ad un'associazione di tipo mafioso denominata promossa, organizzata e diretta da Russo Pasquale e Russo Salvatore Andrea, che, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà già acquisita che ne deriva, ha per scopo la commissione di delitti (omicidi, estorsioni, usura, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, illecita concorrenza mediante violenza o minaccia), anche al fine di acquisire il controllo delle attività illecite in parte del territorio della provincia di Napoli, ed in particolare nei comuni di S. Paolo Belsito, Nola e zone limitrofe, in contrapposizione con omologhe organizzazioni rivali quali quella capeggiata da Nino Alfonso e Di Domenico Marcello, l'acquisizione in modo diretto o indiretto della gestione o comunque del controllo di attività economiche, di concessioni e di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, il procacciamento ad altri di voti in occasione di competizioni elettorali, ovvero la realizzazione di altri profitti o vantaggi ingiusti e di tutta una serie di estorsioni.
Nel corso delle investigazioni è emerso che il Tecchia faceva parte della cd. "batteria di fuoco" che poneva in essere le estorsioni nell'agro Nolano per conto del Clan di riferimento (anche durante il suo periodo di latitanza) concordemente con quanto riferito dai recenti collaboratori di giustizia. Infatti a dimostrazione di quanto premesso i CC del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna in data 31 marzo 2008 in Saviano, a conclusione di un predisposto servizio di osservazione, traevano in arresto nella flagranza di reato TECCHIA Gianfranco, nato San Giuseppe Vesuviano (NA) 10.10.1983, residente Saviano, poiché responsabile del reato di estorsione ai danni dei titolari di una nota ditta edile napoletana, ai quali richiedeva per conto del fratello latitante e del clan di riferimento, a titolo estorsivo, il pagamento della somma di denaro, pari al 3% dell'importo complessivo dei lavori, stimati in un milione e mezzo di euro per la costruzione di un capannone industriale nell'area A.S.I. di Nola (NA), per la tranquilla prosecuzione dei lavori, con l'aggravante dell' art. 7 legge 203/91, avendo commesso il fatto con metodi mafiosi.
COMUNICATO STAMPA
PROCURA DELLA REPUBBLICA DI NAPOLI
DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA
Il Procuratore Aggiunto
Dott. Franco Roberti
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