Cronaca
Redazione
29 maggio 2008 00:30
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PANE AL PANE...
(diamo alle parole il loro significato)
Oggi stiamo assistendo ad un cambiamento epocale, una mutazione genetica dei significati delle parole che
vengono modificati, travisati, stravolti, creando neologismi ad uso e consumo dei media che ce li ridanno in pasto
opportunamente mascherati, edulcorati, contraffatti, tanto che ci convinciamo che il reale significato sia quello
posticcio.
E allora sorge spontanea la domanda: ma perchè?
Occupandomi di ambiente e (per fortuna o purtroppo) di "monnezza", le domande non possono che essere calate
nel contesto, e quindi...
Ma perché continuano a chiamarle "ecoballe"?
Ma perché continuano a chiamarli "CDR"
Ma perché continuano a chiamarli "termovalorizzatori"?
Ma perché si continua a parlare di "emergenza" rifiuti?
Perché, come detto, a furia di chiamare le cose con un nome diverso dal loro (balle, impianti di imballaggio,
inceneritori, affare), si svuotano di significato le parole, si creano immagini fuorvianti della realtà, si porta
all'assuefazione ad una terminologia ingannevole e deviante e si instaura nel cittadino la sensazione di normalità
che con il "normale" non ha propio nulla a che vedere!
Se invece di "ecoballe" si utilizzasse un termine diverso (magari "balle di rifiuto tal quale" o "munnezza")
forse la cittadinanza si renderebbe conto di cosa stanno preparando quegli impianti (i "CDR") che non funzionano, di
cosa stanno stoccando (ossia ammassando ordinatamente) qua e là in giro per la Campania, di cosa vogliono bruciare
in quegli ecomostri (i "termovalorizzatori") che producono inquinanti noti (diossine, furani, ecc.) e meno noti
(nanoparticelle) con impatti sulla salute umana noti e meno noti.
Se invece di "CDR" (acronimo che dovrebbe significare Combustibile Derivato dai Rifiuti) si utilizzasse un
termine diverso (impianti di imballaggio), forse si capirebbe che quegli impianti sono fuorilegge (e non lo dico io,
ma un Giudice), producono "cose" (le suddette "balle") non a norma, che non possono essere smaltiti negli
ecomostri.
Se invece di "termovalorizatori" si utilizzasse il termine giusto, "inceneritori" (e non lo dico io ma una
nota della Commissione Europea che vieta l'utilizzo del temine "termovalorizzatore" per quegli impianti), forse si
capirebbe che quegli impianti non "termovalorizzano" un bel niente, perchè valorizzare termicamente qualcosa
significa esaltarne le capacità calorifiche:
considerato che in natura nulla si crea e nulla si distrugge, bruciando quelle balle (anche se fossero "eco") si
potrebbe SOLO ottenere un piccolo recupero energetico (dell'energia necessaria per bruciare e del potere calorifico
del rifiuto) e NON una "valorizzazione".
Se poi si andassero a vedere gli impatti noti e meno noti sulla salute umana, i bilanci di massa in termini
di rifiuti residui (scorie tossiche e nocive, fumi, polveri), allora probabilmente si capirebbe che quegli impianti
probabilmente sono inutili se si realizza una riduzione dei rifiuti a monte e ena raccolta differenziata
spinta.
Se invece di "emergenza" rifiuti, si parlasse con termini più realistici (affare, per esempio), si potrebbe,
forse, avere contezza di come siano stati "bruciati" (e non termovalorizzati) 2 miliardi di euro (4000 miliardi
delle vecchie lire) in 14 anni di Commissariato Rifiuti (istituito in data 11/02/1994), di come oggi ci siano
centinaia di lavoratori LSU pagati per (di fatto) non lavorare, di come sull'affare abbiano lucrato ditte di varie
parti d'Italia, di come l'inceneritore di Acerra sia ancora in costruzione, di come ben tre gare per l'appalto e la
gestione dell'inceneritore stesso siano andate deserte, di come le balle siano state portate come garanzia bancaria
dalla ditta (FIBE) che ha vinto l'appalto per la gestione rifiuti e con la quale di recente è stato rescisso il
contratto, di come il Governo Prodi abbia erogato il contributo CIP6 (che viene pagato con i soldi della nostra
bolletta ENEL) anche agli impianti di incenerimento per smaltire quelle balle che in tali impianti non dovrebbero
mai entrare, ecc.
Se tutto questo rientra nella normalità...
Una volta si diceva "Pane al Pane, Vino al Vino"... ridiamo alle parole il loro significato!
Sebastiano Pesce
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