Cronaca
Redazione
16 maggio 2008 00:00
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IL MAGGIORE RAFFAELE PICCOLO EROE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE CI HA LASCIATO
Ricordo del colonnello Enrico Amorino
L'otto maggio corrente anno, ha privato la grande e preziosa famiglia degli ex combattenti italiani del Maggiore a titolo onorifico, Raffaele Piccolo, ispettore della zona vesuviana e del nolano, associazione combattenti e reduci. L'ufficiale, residente in Pomigliano d'Arco, transitato attraverso tutti i grandi della gerarchia militare con le sue capacità e con il suo leonino coraggio, ha saputo raggiungere primati tali da assurgere al rango di eroe, inteso nella maniera classica della parola.
Il maggiore Piccolo, uomo appartenuto a quella categoria di eletti, che tutto danno senza nulla a pretendere se non il bene altrui e la grandezza della Patria. Nato per primeggiare, è stato un cittadino integerrimo, padre premuroso, educatore eccelso, militare speciale!
Ha combattuto con il braccio e con la parola. Di fede che si addice ai grandi spiriti di puro sangue latino.
Il nostro galantuomo con granitica fiducia in se stesso e nelle istituzioni, ha saputo contrastare i duri ed incerti tempi della guerra, del dopo guerra e attuali, destando ammirazione e meraviglia nei superiori, nei colleghi ed in quanti gli sono stati vicini.
Da giovane sergente, già vantava una documentazione piena di attestati e di gratificazioni. Gratificazioni che lo hanno sempre elevato dalla massa ponendolo nel firmamento degli eletti.
La tenacia, la fiducia in Dio e lo spiccato senso del dovere lo hanno fatto stagliare ad arbitro della dignità del cittadino, di militare e di padre tanto da renderlo un esempio vivente di altruismo e di patriota. Infatti, è stato lui che ha tenuto alta la fiaccola del patriottismo in Pomigliano d'Arco e nell'intera provincia napoletana, è stato lui a divulgare nelle scuole il significato di Patria e di senso delle istituzioni. I suoi sacrifici, gli scampati pericoli, la prigionia in mano tedesca ed i tanti suoi atti eroici hanno contribuito a far in modo che il nostro inno nazionale, la nostra bandiera fossero ancora: quello di Mameli ed il Tricolore.
Sono tanti gli attestati di benemerenza meritati in pace ed in guerra, da questo nostro eroe che, a me militare di carriera, è stato difficile interpretarli tutti. Il petto di questo nostro piccolo grande uomo, non aveva nulla da invidiare ai grandi condottieri del nostro esercito. Io lo ricordo nelle commemorazioni patriottiche! In quelle circostanze, nel nome della libertà , della pace e della giustizia, con pugno duro sferzava il malcostume, il pressapochismo ed i vari imbonitori di popolo.
La dipartita del maggiore Piccolo ha privato Pomigliano di un illustre cittadino, di un compagno soccorrevole, di un amico sincero. L'amico Piccolo se ne è andato contento della propria missione terrena, però, ha portato con sé un cruccio: quello di non essere riuscito, forse perché contrastato da chi gli doveva dare una mano, a far rientrare nel paese natio i resti mortali di alcuni pomiglianesi che offrirono la propria vita alla Patria. (In proposito ove qualche autorità dovesse leggere questo scritto e volesse realizzare questo sogno, può rivolgersi alla famiglia di questo eletto figlio dell'Italia che saprà come e quanto fare).
Io ho partecipato ai funerali, ho notato le attestazioni di cordoglio dei cittadini alla famiglia. Ho notato il necrologio dei nipoti:"Al nonno più coraggioso del mondo".
Bella famiglia quella dei Piccolo, unita, buona, devota, altruista, amica. In tutti i suoi componenti ho scorto i tratti fisici e morali del GRANDE SCOMPARSO.
Invitato da una sua figliola, mi sono onorato di commemorarlo. Inoltre mi sono sentito in dovere di accompagnarlo al cimitero ove, alla maniera degli uomini eccezionali, al suono del silenzio, l'amico: il signor Maggiore Raffaele Piccolo veniva tumulato nella monumentale tomba di famiglia.
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