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Cronaca Redazione 06 febbraio 2008 23:23 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
Giudici, prefetti, manager a disposizione. Così l'ex ministro aveva creato un sistema di potere. Dove contava solo la fedeltà al partito e alla famiglia Clemente MastellaSanta Maria Capua Vetere? "È la capitale morale d'Italia". Totò lo ripeteva spesso nelle sue commedie, evocando il primato del piccolo centro casertano. Una frase surreale, senza spiegazioni, ma che oggi appare profetica. Perché se forse dell'inchiesta su Clemente Mastella di giudiziario rimarrà poco, resta però agli atti lo spaccato di un modo vorace di fare politica.
A come 'A disposizione'
È la dichiarazione di sudditanza pronunciata dai pubblici funzionari nei confronti della famiglia Mastella. Nelle intercettazioni è un coro. Intonato da personaggi di nomina politica e da dirigenti dello Stato. C'è il presidente di sezione del Tar. C'è il prefetto che declama: "Dite a Clemente che io quello che devo scrivere lo scrivo". E c'è Umberto Del Basso, diessino e neo presidente dell'Istituto case popolari nel Sannio, che va oltre: "Non è che Mastella deve chiamare me. Ci mancherebbe altro! Mi fa chiamare e mi dice 'Desidero questa cosa'. Io sono a disposizione".
B come Bassolino Antonio
In questa indagine il governatore della Campania è vittima e carnefice. Secondo i pm, da una parte subisce il ricatto dei coniugi Mastella che minacciano la crisi della giunta per conquistare una poltrona in più. Ma dall'altra gli inquirenti lo accusano di essere pronto ad avallare le richieste dell'Udeur firmando provvedimenti fuorilegge. Insomma, la versione giudiziaria dell'immortale 'chiagne e fotte'.
C come camorra
Quella di Casal di Principe, ossia dei feroci Casalesi. Ma nelle indagini di mafia non c'è traccia.Viene però citata in almeno due conversazioni dagli esponenti dell'Udeur per indicare Nicola Ferraro, consigliere regionale e segretario provinciale del partito, privo di certificato antimafia per le parentele con alcuni boss casalesi. Scherzavano? Dichiara ai pm Luigi Annunziata, direttore dell'ospedale di Caserta: "È chiaro che se vuole fare pressioni non le fa ricorrendo a un vescovo, ma chiedendo a qualche malvivente amico suo".
D come difesa
Tutti gli indagati hanno respinto le accuse: mai minacciato nessuno, non c'è corruzione perché questa è la normale prassi dei partiti. Il 28 gennaio il Tribunale della libertà esaminerà la revoca degli arresti domiciliari per la signora Mastella.
E come estorsioni
Commesse da pubblico ufficiale e quindi concussioni. È il reato contestato a Sandra e Clemente Mastella: un'ipotesi che difficilmente reggerà in Tribunale. La signora avrebbe creato l'intimidazione al direttore dell'ospedale di Caserta: "Per noi è un uomo morto". Poi c'è l'assedio del leader Udeur a Bassolino, descritto dal consuocero: "Se per martedì il problema non è risolto, lui fa una comunicazione. Spara a zero e dice: 'Me esco dalla maggioranza... naturalmente non per questi problemi... ma soltanto perché non condivido la politica di Bassolino'". A leggerlo ora, sembra il canovaccio del discorso che ha aperto la crisi del governo Prodi.
F come famiglia
Il centro di ogni azione dei coniugi Mastella. È la motivazione per le dimissioni da ministro: "Devo stare accanto a mia moglie". Ma anche quello per cui il Guardasigilli è finito nelle indagini, nate dalle intercettazioni del consuocero Carlo Camilleri. Poi c'è un cugino oncologo da piazzare alla guida di un consorzio dove può fare "il padre padrone". E i discorsi su una clinica da intestare a un altro parente.
G come giudici
Ai quali in fondo il Guardasigilli Mastella non dispiaceva: dopo cinque anni passati a combattere con l'ingegnere Castelli, un ministro ex dc era apparso come una manna. Da Milano a Palermo, anche le procure più combattive avevano apprezzato la sua capacità di mediare. Adesso tutti temono le 'Forche caudine' del Sannio.
I come intercettazioni
L'inchiesta condotta da un pugno di carabinieri del nucleo operativo di Caserta è basata su telefonate. Agli atti ci sono 9 conversazioni con il ministro. Nessuna indagine patrimoniale, nessun pedinamento o perquisizione: solo parole.
L come lottizzazione
Più che gli appalti, ai Mastella interessavano le poltrone: più che ai soldi, puntavano a collezionare persone e voti. Gli appalti ci sono (per esempio, uno a Matera da 18 milioni), ma solo come conseguenza secondaria. E vengono gestiti cercando di non scontentare nessuno.
M come medici
Dopo la laurea ci vuole il 'padrino'. Serve per entrare nella scuola di specializzazione: uno degli arrestati chiede l'intervento del procuratore di Foggia per sostenere una nipote. E serve per trovare un posto in ospedale, incasellandosi nella spartizione. Lady Mastella chiede "due cortesie: una in neurochirurgia e una in cardiologia". E guai a sgarrare.
N come Nutella
Il soprannome con cui veniva indicata la signora Mastella. Un po' per la passione per i dolci, un po' per il suo stile, che l'ha vista distribuire baci anche all'uscita dell'interrogatorio.
P come procuratore
Il colpo di coda di Mariano Massei costerà caro alla magistratura. La retata ha avuto l'effetto di rendere compatte le forze politiche nelle critiche alle toghe. E la surreale conferenza stampa, esplosa su YouTube, rischia di diventare il colpo di grazia alla credibilità dei pm italiani. Ora Massei va via, lasciando la procura capuana colma di veleni e problemi irrisolti.
Q come quadrato
Ossia il 'mazzo' che il ministro avrebbe minacciato di fare agli avversari. La replica di Mastella: "Frasi dialettali: più che il codice, offendono la lingua".
R come raccomandazione
Che segue alchimie molto complesse. Dalle intercettazioni emerge un sistema dove tutti sospettano e si spiano a vicenda. Ci sono liste doppie e canali differenziati che rendono obsoleto il manuale Cencelli. Il merito è una sorpresa negativa. Quando nel concorso si impone un geometra preparato, prima c'è perplessità : "Ma come ha fatto, nemmeno uno sponsor?". Poi la sentenza: "Peccato, così bravo... Sarà fra i primi esclusi...".
S come spazzatura
La monnezza che seppellisce la Campania e arricchisce un circolo di potere è dietro l'angolo anche nelle inchieste sull'Udeur. Si parla di un appalto per rifiuti clinici. E il manager dell'ospedale di Caserta accusa: "Nicola Ferraro mi disse che qualsiasi cosa facevo dovevo rivolgermi a lui". Ci sono gli atti sulla Provincia, dove si spartiscono fondi per mezzo milione e un funzionario promette: "Mandami un curriculum che faccio una richiesta mirata per far guadagnare qualcosa pure a te".
T come tecnici
Nell'ordinanza sembra rinascere la lobby dei compassi d'oro: progettisti che si arricchirono dopo il terremoto del 1980. Alcuni nomi sono gli stessi, con un cambiamento generazionale. Ai tempi di Pomicino c'era Vincenzo Maria Greco, oggi nelle registrazioni compare il figlio Ludovico. Professori illustri sgomitano per entrare nelle commissioni che arbitrano appalti o gestiscono opere. Spesso piegando le perizie alla volontà politica.
U come Udeur
I magistrati considerano l'Udeur campano come un'associazione per delinquere. Nessuna procura aveva mai costruito una simile accusa: 15 anni fa, il pool Mani Pulite l'aveva valutata e bocciata, perché già respinta dalla Cassazione.
V come Vuosi
Renato presidente dei gip di Napoli. Intercettato mentre descrive un colloquio con Mastella: "La situazione di Salerno? Glielo ho accennato... eh eh, devi vedere come mi devi sistemare. Ha detto: non ti preoccupare... Poi ha detto: abbiamo nominato a Salvatore, quindi con il consiglio di Stato se serve qualcosa...". Contro Vuosi non sono state formulate accuse. E adesso tutta l'inchiesta passa proprio a Napoli.
Z come zone a rischio idrogeologico
Nella regione del disastro di Sarno dovrebbero essere sorvegliate speciali. Invece Carlo Camilleri, il consuocero ingegnere discute del progetto per un nuovo insediamento. I disegni prevedono di intubare un vallone, con un'opera che sembra a rischio. Questo il commento: "Il vallone attraversa tutto il paese... Sono dei pazzi, lì mi scoppia il tubo...". Il piano però riceve il nulla osta. In attesa della prossima frana.
(25 gennaio 2008)
Gianluca Di Feo
Da L'ESPRESSO
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