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Cronaca Redazione 29 gennaio 2008 01:10 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Questo è lo stato d'animo che serpeggia tra i "forzati" di Boscofangone.
Momenti di tensione si sono avuti poco prima delle 19:00. Mentre si commentavano le voci che davano per scontato l'arrivo dei rifiuti, in lontananza scendeva dalla rampa dell'Asse Mediano una colonna di auto e camion con lampeggianti accesi.
Subito tutti abbiamo pensato: "Eccoli! È arrivato il momento". Improvvisamente gente che correva e incitava alla resistenza, altri che avvisavano telefonicamente gli assenti per farli accorrere. Attimi confusi.
È stato un lampo, e la strada è stata bloccata. Per fortuna è stato un falso allarme: la colonna di auto delle forze dell'ordine dava il cambio all'altra di servizio dietro la masseria all'inizio della strada. Momenti concitati, che comunque descrivevano una immane determinazione: prendere randellate pur di difendere la propria terra. Non è da tutti tra persone oneste e perbene.
Intanto la Consulta delle Associazioni riunita nello chalet, al caldo, confermava l'appoggio al Comune e all'attuazione della delibera comunale, che dice no a ogni tipo di rifiuti: né tal quale né eco-balle.
Rimbalzavano, nel frattempo, anche le dichiarazioni del senatore, che, tra uno sputo e n' omme 'e mmerde, dichiarava:" Se anche un chilo di spazzatura sarà scaricato a Boscofangane, cadranno il sindaco Felice Esposito Corcione al Comune di Marigliano e Bassolino in Regione". E questa cosa, onestamente, gli fa onore, ma ci lascia perplessi.
Il sindaco e il presidente del Consiglio Luigi Terracciano, che sono stati insieme a parlare con De Gennaro, non sono la sua espressione, come da lui asserito con forza più volte? In questo tragico momento la retorica e le furbizie, che potranno sembrare anche un valore agli adepti, servono a ben poco. È tempo di azioni coraggiose, di agire, di esssere presenti fisicamente al Presidio, di partecipazione autentica. Ne va della salute e della vita dei nostri figli, dei figli di tutti noi, non c'è spazio per l'ipocrisia. In questa drammatica situazione c'è poco da essere furbi o da "mettersi in mostra": questo lo si può fare molto meglio nell'aula di un Senato.
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