Cronaca
Redazione
02 gennaio 2008 23:46
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FRAU KAROLA STAMPF
Implorò clemenza per i mariglianesi
Il prof. Francesco Aliperti è stato un appassionato cultore di storia patria, un attento, scrupoloso e sagace ricercatore di fatti e cose della vita mariglianese.
Egli pubblicò, nel mese di luglio del 2000, un pregiatissimo volume nel quale raccolse gli eventi salienti della nostra vita cittadina, accaduti durante il secolo passato.
Orbene, nella predetta publicazione, l'Aliperti, alle pag. 141-146, parla di una signora, Karola Stampf, vissuta a Marigliano, che quasi nessuno oggi conosce, e che in un particolare momento della nostra vita cittadina svolse un ruolo estremamente significativo.
Ricordare Frau Karola Stampf credo sia un debito di gratitudine dei mariglianesi nei suoi riguardi.
Debito, purtroppo, mai espresso, nemmeno quando il 21 maggio 1977 fu compiuto l'opus pietatis del suo funerale: pochissime persone, infatti, presenziarono al rito e ne accompagnarono la salma.
Karola Stampf era comunemente indicata come "la signora viennese"; era nata, forse, a Vienna il 19 febbraio 1887: oppure, sempre nella stessa data, a Caszeg in Ungheria: l'incertezza del luogo di nascita è dovuta alla divergenza di dati anagrafici tra i registri parrocchiali e quelli municipali.
Comunque, ella apparteneva all'Impero Austro-Ungarico ed evidenziava nel portamento e nello stile di vita le radici culturali mitteleuropaischen di quell'impero.
Viveva a Marigliano perché aveva conosciuto il signor Francesco Saverio Inciso in USA e l'aveva sposato; con lui venne nella nostra terra poco prima della guerra 1915-18.
A me, ragazzo negli anni quaranta, la signora Karola Stampf appariva come un personaggio di altri tempi e di un altro mondo. La sua personalità colpiva e impressionava al solo vederla. Vestiva quasi sempre di nero, portava un cappello con veletta che, anziché schermare il suo bel volto, lo metteva in risalto maggiormente.
Il suo incedere, il suo comportamento e il suo tratto evidenziavano nobiltà e aristocrazia, doti appartenenti non al sangue, bensì alla mente e al cuore.
Di lei è doveroso ricordare un episodio rimastomi vivo negli occhi e nella memoria.
Il primo ottobre 1943, come Aliperti riporta nelle pagine del citato libro, i tedeschi avevano rastrellato quanti più uomini avevano potuto: questi erano ammassati sulle "piazzette" antistanti il municipio, di fronte al quale abitavo, ed erano guardati a vista dai soldati armati.
Ragazzo, incuriosito da tale evento, sbirciavo dai socchiusi balconi di casa quanto avveniva. Verso mezzogiorno scorsi un ufficiale tedesco, e accanto a lui il primicerio Gaetano Autiello e la signora Karola Stampf che animatamente discorrevano con il militare tedesco.
A un certo punto, mentre il primicerio Autiello prendeva le mani del tedesco fra le sue, Frau Karola Stampf si inginocchiò dinanzi al militare.
Non furono istanti, ma passò del tempo mentre l'Autiello e la Stampf certamente invocavano clemenza e libertà per i mariglianesi rastrellati.
Lo scopo non fu raggiunto!
Prevalse nel teutonico la durezza del cuore o la paura di trasgredire un ordine superiore ricevuto.
I mariglianesi in gran parte furono deportati.
Rimase e rimane ancora nella mia mente il gesto della signora Stampf: un gesto di umiliazione e di grandezza.
Di umilazione apparente dinanzi a un rude soldato che veniva umiliato dal gesto di una dama, e di grandezza per l'amore verso gente che negli anni antecedenti l'aveva accolta, ne aveva subito il fascino, l'aveva riguardata come una creatura eterea e che lei ricompensava, allora, col suo intervento verso chi aveva in quei momenti la potenza della forza materiale, ma non quella dello spirito.
Questo è il mio ricordo di Frau Karola Stampf, coniugata Inciso.
Non era della nostra gente, ma ci amò, e il mio ha voluto essere un gesto, anche se tardivo, di memoria e gratitudine.
RAFFAELE CELIENTO
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