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Cronaca Redazione 07 ottobre 2007 00:06 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Le argomentazioni addotte dall'Ufficio di Presidenza dell'ATO3 sono tendenziose, espressione di un'arroganza che ha riscontro solo negli ambienti in cui la prepotenza è strumento ricorrente di persuasione.
I cittadini che versano il corrispettivo della fatturazione del consumo d'acqua per l'anno 2006 al Comune non sono affatto morosi, prima perché pagano regolarmente quanto dovuto per contratto stipulato con l'Ente locale, mai disdetto, secondo perché si avvalgono di una modalità di pagamento di fatto ammesso dall'accordo stipulato dal sindaco del Comune di Marigliano con la GORI S.p.A. in data 30 maggio 2006.
L'art. 10 del predetto accordo prevede che "nel caso in cui gli utenti versassero erroneamente ad una delle parti - GORI o COMUNE - somme di competenza dell'altra, la ricevente provvederà a ripetere l'indebito incasso in favore dell'altra parte, legittima beneficiaria, entro l'ultimo giorno del trimestre successivo dall'avvenuto incasso".
In virtù di tale clausola contrattuale i cittadini di Marigliano che pagano al Comune la bolletta dell'acqua potranno essere considerati "distratti"; si potrà dire, tutto al più, che hanno sbagliato, ma certamente non potranno essere considerati morosi.
Potrebbe, di contro, essersi resa responsabile di violazione di norme di legge l'Amministrazione comunale, in relazione ad una possibile inosservanza di disposti della legge sulla privacy.
Invero, L'Ente locale ha trasferito i dati relativi ai contribuenti alla GORI S.p.A. senza consenso dei diretti interessati, in palese contrasto con il disposto dell'art. 23 del Dlgs 30 giugno 2003 n. 196 per il quale "il trattamento di dati personali da parte di privarti o enti pubblici è ammesso solo con il consenso espresso dell'interessato" aggiungendo al punto 3 del citato articolo che "il consenso è validamente prestato se solo è espresso liberamente e specificatamente in riferimento ad un trattamento chiaramente individuato, se è documentato per iscritto e se sono state rese all'interessato le informazioni di cui all'articolo 13" della medesima legge sulla privacy.
Nel caso di specie non c'è stato né informazione né consenso da parte dei cittadini che rivendicano il rispetto di un contratto mai disdetto stipulato con il Comune, ovvero la stesura di un nuovo contratto, condiviso dalle parti, in cui siano ben definiti i servizi erogati e l'impegno di spesa dovuto per le prestazioni rese.
In sostanza, i contribuenti chiedono trasparenza, mentre l'accordo sottoscritto dal capo dell'esecutivo con la società affidataria della gestione del servizio idrico integrato suscita perplessità e dubbi, emersi, tra l'altro, in sede di dibattito, in Consiglio comunale del 20 Luglio 2006.
Sebastiano Monda
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