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Cronaca Redazione 19 novembre 2006 00:07 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Origine e fine della vita: sacralità e diritto. Un tema di interessante attualità quello che ha visto i giovani del progetto Alfa confrontarsi con i problemi etici e morali dettati dalla ricerca scientifica e dall'eutanasia.
Nell'aula consiliare di Mariglianella, infatti, si è tenuto un interessante convegno alla presenza di numerosi esponenti di associazioni culturali tra cui Mariposa, Ambiente Azzurro, Ada, Federcasalinghe Donneuropee di Mariglianella, Associazione Carafa e Insieme per la vita. Il presidente del progetto Alfa, Pasquale Riccio, per avere una visione allargata e quanto più obiettiva della dimensione del tema trattato ha riunito intorno allo stesso tavolo medici, sociologi, giornalisti, laici e cattolici.
Il dibattito si è aperto con l'intervento del parroco della chiesa San Giovanni Evangelista di Mariglianella , don Ginetto De Simone, che ha condannato duramente il mondo accademico e scientifico che sostituendosi a Dio vuole manipolare la vita decidendone inizio e fine. "Soltanto Cristo è la via dell'uomo. Ogni individuo nella propria vita riceve dal Signore una singolare responsabilità -tuona don Ginetto- a cui non può sostituirsi con manie di onnipotenza. Ci sono disagi, ma ci sono anche tante bellezze nella vita".
A fare gli onori di casa è stato il difensore civico, Giovanni Altea, che ha sostituito il sindaco Giovanni Russo, trattenuto da impegni sopraggiunti. Accorato il suo intervento che ha richiamato i politici di fronte alle proprie responsabilità invitandoli a non dire sì all'eutanasia per legge. La giornalista e sociologa Anita Capasso, invece, ha approfondito i concetti di bioetica e testamento biologico e il ruolo dei mass media nel fornire una corretta informazione in merito. "Un cattivo modo di comunicare può mettere in crisi interi sistemi veicolando il pensiero in maniera errata. La bioetica -ha insistito la dott.ssa Capasso- nasce proprio per porre dei freni etici alla ricerca estremizzata in nome della scoperta e della vita eterna. Libertà della ricerca non significa libertinaggio. E' giunto il momento di prendere delle decisioni che non consistono nel fornire deleghe in bianco a medici, scienziati, o peggio ancora al potere finanziario della ricerca perché ciò comporta inevitabilmente una mercificazione del patrimonio biologico. Bisogna decidere nel rispetto della vita non come sacralità , ma come etica e morale di vita partendo da un interrogativo fondamentale: Vivere è un diritto o anche un dovere?".
Un interessante contributo al dibattito è stato portato dall'avvocato Giovanni Formicola, reggente regionale di Alleanza Cattolica:"Ci troviamo di fronte alla scelta di decidere o non decidere e di provocare artificialmente la vita e la morte perché ci si vuole allontanare da Dio. Sta prevalendo l'Io e quella presunzione e arroganza di dire io sono libero e non dipendo da te. Siamo diventati geni ridotti al genoma. L'unità di misura della materia è il denaro e così anche la vita diventa elemento di contrattazione".
La dottoressa Concetta Mattiello in qualità di medico ha illustrato la propria testimonianza di vita non nascondendo le proprie preoccupazioni. "Un giorno potrei trovarmi di fronte all'obbligatorietà per legge di praticare l'eutanasia. Ma quando mi sono laureata in medicina e ho preso la specializzazione in malattie infettive l'ho fatto perché credevo nella vita. Ho letto che molti miei colleghi italiani sono favorevoli all'eutanasia, io invece resto fermamente contraria perché da un punto di vista etico è inaccettabile. I medici devono essere sostenitori della vita".
A chiudere i lavori è stato il vice-presidente dell'associazione progetto Alfa Yuri Buono: "Ogni anno nel mondo si praticano 53 milioni di aborti, peggio dell'ecatombe provocata dalla seconda guerra mondiale. Bisogna recuperare i valori etici e morali e noi di progetto Alfa andremo avanti sensibilizzando l'opinione pubblica su questo argomento".
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