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Cronaca Redazione 15 settembre 2006 00:09 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Sono stati i militari dell'Arma del nucleo operativo del Reparto Territoriale di Castello di Cisterna, agli ordini del maggiore Fabio Cagnazzo e coordinati dal tenente colonnello Aldo Saltalamacchia, a dare esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli Pierluigi Di Stefano.
Destinatari del provvedimenti sono Ciro Perillo di ventinove anni (figlio di Gerardo detto o' cantiniere), Antonio Sabbatino di cinquanta anni, Antonio Sannino di ventidue anni, Raffaele Manfellotto di ventiquattro anni. Detti personaggi erano stati già assoggettati, in data 7 settembre 2006, a fermi d'indiziato di delitto emessi dal pubblico ministro Vincenzo D'Onofrio della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ed eseguiti dagli stessi carabinieri.
I predetti uomini, ritenuti dalle forze dell'ordine capi o elementi apicali del clan Panico, operante in Sant'Anastasia, in Somma Vesuviana e nei comuni limitrofi, sono stati stimati responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere di stampo camorristico, di estorsione (a danno di imprenditori e commercianti di vari settori), di detenzione di armi ed altro.
Praticamente, il giudice per le indagini preliminari che ha emesso i nuovi provvedimenti ha ritenuto valido l'impianto accusatorio. Non sono state notificate, invece, le ordinanze di custodia cautelare a Francesco Panico di cinquanta anni ed a Mauro Passatelli di trentadue anni: alle forze dell'ordine risultano latitanti. I provvedimenti eseguiti trovano ragione di essere negli avvenimenti che, stando a forze dell'ordine ed a magistratura, hanno rischiato di trasformare una parte dell'hinterland napoletano in un vero e proprio teatro di guerra.
Per avere un'idea dei movimenti in corso basta considerare che tra il 24 e il 25 agosto sono stati effettuati numerosi arresti di appartenenti al clan Sarno (tra cui Carmine Caniello) e che è stato sventato un attentato, che il 28 agosto in flagranza di reato sono stati ammanettati Antonio Sannino e Raffaele Manfellotto del clan Panico che armati di revolver avevano chiesto soldi ad un commerciante in cambio della tranquilla prosecuzione dell'attività e che detti arresti ne producevano altri tre sulla scorta di fermi d'indiziato di delitto della Direzione distrettuale antimafia.
Per comprendere basta ancora considerare che nel contesto di guerra tra Sarno e Panico si inseriscono l'omicidio di Giuseppe Castiello (cognato dei fratelli Panico) del 18 luglio 2006 e di Danilo Laloè (persona del clan avversario) dell'11 agosto 2006. Gli omicidio in questione si fondano su "azione e ritorsione", che sono il sinonimo di una vera e propria guerra di camorra in atto, a volte evidente e a volte occulta, ma intrapresa circa due anni fa. Le forze dell'ordine non sono rimaste a guardare. A seguito degli ultimi movimenti hanno operato anche il sequestro di due auto Lancia K e di sei telecamere a circuito chiuso.
Loredana Monda
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