26/04/2024
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Cronaca Redazione 06 settembre 2006 22:48 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Si parla di interpartitici. Si parla di rilancio dell'attività amministrativa. Negli ultimi giorni sono stati programmati incontri tra le forze che compongono la maggioranza di governo locale.
Si segnala, pur senza entrare nel merito delle varie questioni sul tavolo di discussione, la necessità di ridare slancio al centrosinistra guidato dal sindaco Felice Esposito Corcione.
Qualcuno ritiene che una buona sterzata possa arrivare, ad esempio, dall'approvazione completa del nuovo statuto comunale, che si pensa che possa consentire l'utilizzo di strumenti e di figure atti ad offrire standard amministrativi più elevati e al contempo il coinvolgimento anche delle forze politiche che non hanno rappresentanza. La situazione appare, invece, più complessa.
A ben osservare gli apparati comunali dall'esterno, si avverte la sensazione che non esista una netta divisione tra burocrazia e politica. Si lamenta il cattivo andamento degli uffici. La responsabilità non può essere scaricata solo ai funzionari e ai dipendenti. Sono gli amministratori a dover fornire l'indirizzo politico, che talvolta manca. Troppo spesso agli occhi dei cittadini, di fronte ad esplicite richieste, gli amministratori hanno risposto di non essere a conoscenza dei fatti o hanno scaricato la responsabilità a precedenti compagini di governo locale.
Tale atteggiamento ha avuto un impatto negativo: chi arriva dopo non può limitarsi a criticare, ma deve prendere atto dello stato di cose e procedere cercando di reperire soluzioni anche a disastri non propri, altrimenti rischia di diventare egualmente colpevole.
I cittadini assistono al tentativo di creare delle dirigenze che palesemente sono funzionali a scaricare funzionari di cui la politica si è servita, proprio laddove incapacità di natura gestionale sono state manifestate dalla sfera politica, che si è anche lanciata in movimenti di natura amministrativa che rischiano di generare nuove guerre interne e che non trovano una parvenza di giustificazione neppure in un complessivo riordino dell'apparato burocratico, mai puntualmente attuato.
I cittadini assistono, inoltre, all'immobilismo totale. E' stato approvato un piano triennale delle opere pubbliche, giustamente definito una sorta di libro dei sogni per l'elevata quantità d'interventi che, nella pratica, non sono realizzabili in soli cinque anni, neppure se opera l'amministrazione più brillante ed efficiente del mondo. Molte opere finanziante non sono mai partite. Qualche opera avviata è stata bloccata.
L'amministrazione ha puntato sul piano degli insediamenti produttivi, dove sono state, peraltro, riscontrate non poche difficoltà e che secondo alcuni non decollerà con questa compagine di governo locale. Come se non bastasse Marigliano continua ad essere un Comune "attenzionato" dalle forze dell'ordine e dalla magistratura. Prima dell'elezioni di aprile del 2005, si sosteneva che la nuova amministrazione avrebbe garantito riscatto alla città .
Dai tempi in cui si sosteneva che otto partiti erano concordi sulle scelte di trasparenza e di efficienza da attuare ha, invece, perso pezzi poco per volta, fino a generare una sorta di sistema oligarchico, all'interno del quale esercitano pressioni anche persone che dovrebbero avere interessi altrove, il cui sostegno all'attività amministrativa dovrebbe concretizzarsi in altre forme rispetto a quelle fino ad ora registrate.
Loredana Monda
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