27/04/2024
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Cronaca Redazione 19 luglio 2006 00:01 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Alle prime luci dellalba di ieri, è partita una vasta operazione
condotta dai militari dellArma del nucleo operativo del Reparto Territoriale e della Compagnia di Castello di
Cisterna rispettivamente agli ordini dei maggiori Fabio Cagnazzo e Fabio Alessandrini, coordinati dal colonnello
Aldo Saltalamacchia, che ha portato allesecuzione di ben quarantaquattro ordinanze di custodia cautelare in
carcere, su quarantotto emesse dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli su richiesta
dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli a carico di altrettanti personaggi ritenuti elementi di spicco o
appartenenti alle organizzazioni dei Sarno e dei Mazzarella, stimati a vario titolo responsabili di associazione a
delinquere di stampo mafioso, di estorsione, di usura, di violazione della legge sulle armi e sulla droga, di
favoreggiamento.
Solo quattro persone sono sfuggite allarresto. Sono irreperibili e tuttora
ricercate. Diversi sono stati i territori teatro delle operazioni di più di cinquecento uomini della Benemerita del
Comando Provinciale di Napoli coordinati dal colonnello Maruccia, tra cui spiccano, però, i quartieri di edilizia
popolare di Pomigliano dArco, di Castello di Cisterna, di Brusciano, di Mariglianella e di Marigliano, dove sono
state operate anche perquisizione, sequestri di armi (soprattutto
pistole) e di droga (300 grammi di cocaina), di bilancini di precisione, di denaro (alcune decine di migliaia di
euro), di giubbotti antiproiettile.
Lemissione dei provvedimenti da parte della magistratura è scaturita da unindagine convenzionalmente
denominata La rosa nel deserto.
Nel corso di una conferenza stampa presso la caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa di Castello di Cisterna, alla
quale hanno presenziato i maggiori Cagnazzo e Alessandrini, il colonnello Saltalamacchia, il sostituto procuratore
della Direzione distrettuale antimafia DOnofrio, il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Nola
Antonella Fratello, è stato spiegato che le indagini sono scaturite dalla ricostruzione di alcuni fatti di sangue
inquadrabili senza ombra di dubbio in un contesto di matrice camorristica facente capo allorganizzazione dei
Mazzarella, penetrata nel vesuviano dopo la disgregazione del cartello di Carmine Alfieri, attraverso alcuni nuclei
familiari arrivati nellhinterland dopo il terremoto del 1980, già tradizionalmente vicini allassociazione di San
Giovanni a Teduccio organizzata e diretta da Vincenzo Mazzarella.
Detta organizzazione, sulla scorta
di unalleanza preesistente a livello napoletano e sulla scorta di comuni interessi, si è associata, secondo forze
dellordine e magistratura, a quella altrettanto potente dei Sarno, che da Ponticelli ha egualmente esteso la
propria egemonia dellarea vesuviana. E
stato chiarito che le due associazioni hanno dato vita ad un cartello, che anche attraverso azioni armate, è
riuscito ad assoggettare le popolazioni di Marigliano, di Mariglianella, di Brusciano, di Castello di Cisterna, di
Pomigliano DArco, facendo dei quartieri di edilizia popolare vere e proprie roccaforti (attrezzate con creazioni di
cunicoli, installazione di sistemi di video sorveglianza, turnazioni di sentinelle incaricate di lanciare segnali al
transito di estranei), zone di origine e di destinazione di attività illecite e di proventi delle medesime. Stando a
forze dellordine e magistratura tutto sarebbe stato organizzato, diretto, gestito e coordinato dal detenuto boss
Vincenzo Mazzarella, con la collaborazione di personaggi fidati quali il nipote Roberto Mazzarella e il
consigliere Umberto Ponziglione. Diversi i reati perpetrati.
Spiccano, però, le estorsioni.
Lattività dindagine, fondata anche sulle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, tra cui limprenditore
Giovanni Romano, ha svelato lesistenza di unattività destorsione soprattutto a danno delle attività commerciali
costrette a pagare in media tre o quattro volte lanno (in concomitanza di importanti festività) cifre variabili,
come attestano ritrovamenti di quaderni con annotazioni di nominativi, di percorsi e quantaltro ed alcune
intercettazioni telefoniche. A rompere il clima domertà che ha portato molti esercenti a negare le estorsioni anche
di fronte a prove evidenti, di fatto rendendo complesse le indagini svolte dai carabinieri, sono stati in
particolare due aspiranti commercianti, dotati di coraggio non comune, che hanno dovuto rinunciare allaperta di
negozi sul territorio di Marigliano, sul quale avevano deciso, tra laltro di vivere e che hanno, infine,
abbandonato, essendo stati assoggettati a richieste estorsive, a minacce e ad aggressioni fisiche.
Almeno
per quanto concerne le estorsioni alle attività commerciali (una regola fissa sono anche quelle ai cantieri
edili con limposizione del pizzo anche per interventi irrisori a cui mancano
riferimenti) si diceva da tempo che sotto le festività per i negozi giravano personaggi che si sosteneva cercassero
di piazzare dei cestini, spesso gli esercenti hanno, però, pubblicamente negato di essere assoggettati a richieste
di denaro, non consentendo il tempestivo e lagevole intervento delle forze dellordine. Fortunatamente, la
complessa opera dei militari dellArma e dellautorità giudiziaria, nonostante le reticenze delle vittime, ha,
comunque, consentito dinfliggere un ulteriore duro colpo alla
malavita organizzata.
Loredana Monda
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