Cronaca
Redazione
06 aprile 2006 00:51
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INTERVISTA: LUIGI TERRACCIANO SUL BLITZ DEI CARABINIERI
È una serata uggiosa. Il tempo bello di questi giorni ha lasciato il campo a nuvole cariche di pioggia. Siamo in via Carlo Poerio. Nello stabile al primo piano, nell'elegante studio, arredato con gusto e competenza dalla signora Lucia che si coccola amorevolmente le due nipotine, ci attende il consigliere Luigi Terracciano della "Rosa nel Pugno", il cui simbolo è ostentato sull'elegante vestito, color fumo di Londra, di Tasmania dell' ing. Loro Piana.
E allora, cosa ne pensa del blitz al Comune dei Carabinieri?
Il problema non è il blitz del 31/03/06. Il fatto grave è che per alcuni dipendenti del nostro Comune allontanarsi dal posto di lavoro è diventato un fatto normale; la cosa gravissima è che fare la spesa e andare a prendere i figli a scuola, per alcuni, è diventata quasi una regola giornaliera. Inoltre, si dice in giro, che qualcuno si reca ad ascoltare la santa messa. Com'è possibile? Si va in chiesa a pregare, e nello stesso momento si pecca.
Addirittura?
È certo. Guardi come in tutte le aziende, anche al Comune di Marigliano esistono dipendenti che rispettano le regole ed altri che non le rispettano. In questo Comune, quelli indisciplinati, che per fortuna sono una piccola parte, stanno esagerando. Vede, questo non è un problema che sorge oggi, è una questione che va avanti da anni e che nessuno ha avuto il coraggio di affrontare.
Come si può risolvere il problema, visto che in alcune occasioni lei ha affrontato l'argomento in Consiglio comunale?
Non e molto difficile. Innanzi tutto c'è bisogno di una presa di coscienza da parte di tutti: dipendenti, dirigenti e parte politica. In Consiglio, quando ho affrontato la questione, chi era deputato ad affrontare il problema, ha fatto finta di non sentire, ed ecco che poi la situazione degenera. Anche null'ultimo Consiglio ho detto che, se non si riorganizza la macchina comunale, tutti i progetti del Sindaco e della maggioranza rimangono solo buone intenzioni.
È vero questo lei l'ha sempre sostenuto. Cosa intende per "parte politica"?
Fa finta di non capire? Vuole che lo dica io? Non ho nessun problema. Allora, i dipendenti dovrebbero sapere che allontanarsi dal proprio posto di lavoro, senza essere autorizzati, è reato; e devono capire, che, con questo comportamento, mancano di rispetto prima di tutto alla loro coscienza e poi ai dirigenti, ai colleghi e ai cittadini.
E la politica?
Ci arrivo, non sia impaziente. Alcuni di questi protagonisti negativi, si sentono protetti dai politici e quindi si sentono autorizzati a comportarsi come meglio credono, facendo di tutto e di più. L'amicizia tra un politico ed un dipendente non deve autorizzare nessuno a fare i propri comodi. Intendere l'amicizia in questo senso non è corretto per nessuno, peggio ancora per il politico. Vede, io sono amico della stragrande maggioranza dei dipendenti, ma sempre nel rispetto dei ruoli; e questo mi porta ad avere con loro un ottimo rapporto.
Esistono delle regole? E se esistono, chi deve farle rispettare?
Ci vuole l'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Le regole esistono e vanno rispettate, non vi sono scusanti. Ognuno svolge, nella correttezza, il proprio ruolo. La politica deve dettare le regole e il dipendente deve rispettarle. E chi è deputato, deve imporsi per farle rispettare, perché è proprio per questo che è pagato.
Oppure si deve assumere la responsabilità del proprio fallimento.
Nel blitz si parla di assenti giustificati, che significa?
Adesso non lo so, non ho parlato ancora col Segretario Generale. Lei deve sapere che anch'io sono un lavoratore dipendente e questo non mi consente di essere tutti i giorni al Comune. Espleto il mio mandato di Consigliere tutti i pomeriggi e non sempre riesco ad incontrarmi con chi è preposto a dare spiegazioni. Lo farò al più presto e ne riparleremo.
So che lei conosce molto bene le regole di comportamento del personale dipendente ne suggerisce almeno una?
Le faccio un esempio molto semplice, ma efficacissimo. Una regola che dovrebbe essere elementare. Un lavoratore che si è recato in servizio, dopo aver marcato l'orario d'entrata, non può, per nessuna ragione, allontanarsi dal posto di lavoro senza motivata e preventiva autorizzazione e senza aver smarcato l'orario in caso d'uscita, per poi rimarcarlo in entrata. Ribadisco. Un dipendente che si reca all'esterno per motivi di servizio, ogni volta che si allontana, deve essere sempre prima autorizzato, deve sempre smarcare l'orario d'uscita e deve sempre rimarcarlo al rientro, rendendo conto al suo dirigente del proprio operato durante il servizio esterno. Attuare questa regola è molto semplice e porta a grandi risultati.
Di chi sono, secondo lei, le responsabilità ?
Mi ripeto. In primo luogo dei dipendenti coinvolti, perché dovrebbero avere maggiore rispetto per il posto di lavoro. Poi dei dirigenti preposti, perché se ciò accade a loro insaputa è una cosa molto grave: significa che non hanno in pugno la coordinazione dei propri uffici. Inoltre dei politici, ove mai ci fossero personalità politiche che "proteggono" questi signori. Infine, non è meno responsabile chi è preposto a dettare regole certe, e non lo fa, perché tutto l'apparato funzioni nel migliore dei modi.
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