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Cronaca Redazione 18 marzo 2006 02:09 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Ho letto con molto interesse i due interventi sul matrimonio e quello precedente, "Libertà !", da cui è scaturito questo dibattito. Prima di argomentare le mie posizioni desidero fare alcune premesse: sono assolutamente convinto che tutte le persone siano uguali, gli omosessuali sono UGUALI alle persone eterosessuali e credo sia triste doverlo ancora ribadire.
Detto questo, però, cercherò di chiarire i motivi che mi portano a dire NO in modo risoluto ad ogni possibile forma giuridica volta ad equiparare in qualche modo la famiglia naturale ad altre forme di legame affettivo.
"L' omosessualità non è una scelta di vita come fare il pompiere o l' insegnante. L' attrazione verso lo stesso sesso è una propensione che si ha dalla nascita come l' attrazione tra sessi opposti. E' una cosa naturale: succede anche tra molte specie animali". D'accordo. La cosa che molti dimenticano è che questo dato di fatto non è assolutamente principio, causa o fondamento sul quale poter argomentare l'uguaglianza tra una famiglia formata dall'unione di un uomo e una donna ed una tra due persone dello stesso sesso.
Vede signor Ivan, io ho seguito i suoi consigli e ho letto il volantino sul sito unpacsavanti. Ebbene nel volantino oltre ad elementi e riflessioni che lei argutamente presenta ad un certo punto si usa una parola fondamentale, la quale in base alle rassicurazioni fatte per il matrimonio o la famiglia tradizionale non credo abbia ragion d'essere in quel volantino: FAMIGLIA.
Non dovrebbe essere in quel volantino perché contraddice ciò che i suoi stessi autori chiedono e spiegano: chiedono "disciplina previdenziale e fiscale, assistenza in ospedale o in carcere, eredità , diritti sul lavoro, permesso di soggiorno per il partner, congedi, tutela in caso di separazione. Sono diritti concreti, che servono a mantenere saldo il rapporto nei momenti di necessità e che favoriscono la responsabilità reciproca verso la società ".
Poi ad un certo punto, nel lamentarsi del veto posto da UDEUR, MARGHERITA e dal card. Ruini si introduce la famiglia: "eppure secondo l'Istat sono 1.200.000 famiglie italiane sono formate da coppie dello stesso sesso ".
Il linguaggio è un grande strumento dell'uomo, ma bisogna anche avere la responsabilità di non essere maliziosi nel suo uso: se la famiglia riconosciuta dalla costituzione è la cellula base della nostra società ed essa è l'unione di uomo e donna sancita dal matrimonio ( per correttezza e chiarezza bisogna ricordare che nella costituzione è citato non il matrimonio religioso, ma quello civile) allora non vedo come si possa equiparare ad un legame tra due individui dello stesso sesso.
Né si può affermare che la costituzione deve essere dinamica su questo aspetto: il motivo è semplice, anche crudo per la sensibilità di qualcuno, ma necessario: lo Stato, un Popolo, una Nazione guardano al proprio futuro e il legislatore su questo tema ha sancito in modo naturale ciò che garantisce la prosecuzione dello Stato stesso: solo l'unione tra un uomo e una donna assicura un domani alla storia stessa di un popolo.
Vede il matrimonio non è un semplice legame affettivo, ma pone le sue basi anche sul legame fisico che si instaura tra i due amati.
Personalmente credo, quindi, che senza alcun problema debba essere trovato un modo dal legislatore per garantire alcuni diritti concreti come quelli sopra elencati alle persone omosessuali, ma questo deve essere fatto senza lasciare alcun dubbio sulla differenza tra il matrimonio che ha come suo fine il concepimento e altri legami. Spero che questa posizione realista non sia accusata di essere discriminatoria.
Vorrei ora precisare che anche io soffro di EMPATIA, ma questo non mi affranca dalle mie responsabilità che non sono solo verso i singoli gruppi o individui, bensì nei confronti della società intera.
P.s: nessuno evita di affrontare anche i problemi dell'individualismo, dell'immoralità di alcuni spettacoli televisivi ecc…che rappresentano un grave problema per la tenuta della società . Il fatto è che in questa circostanza il dibattito è nato su un altro tema.
Pasquale Antonio Riccio
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