Cronaca
Redazione
21 gennaio 2006 20:51
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MI DISSOCIO DALL'ARTICOLO PUBBLICATO SUL NUMERO DI GENNAIO
Riceviamo e pubblichiamo
Stamani (20 gennaio n.d.r.) è stato distribuito il numero di gennaio del foglio d'informazione cittadino al quale ho avuto il piacere di collaborare. Ebbene, sulla prima pagina vi è un articolo a mia firma intitolato "Difensore Civico: uno schiaffo ai cittadini. Si fa tardi e i signori consiglieri lasciano l'aula".
Innanzitutto ritengo già questo titolo (non scritto di mio pugno) offensivo e pregno di commenti personali che non si confanno ad un contesto giornalistico. La cosa grave però è che all'articolo così come io avevo provveduto a inviare via e-mail al capo redattore del giornale (prof. Giuseppe La Rocca) sono state aggiunte alcune frasi che non solo non sono state scritte da me ma non sono neanche in linea con il mio pensiero. Parole che, potrebbero addirittura essere passibili di querela: "Gravi le parole del primo cittadino. I consiglieri abbandonano l'aula per l'ora tarda e fanno mancare il numero legale. Avevano sonno o hanno eseguito ordini di scuderia? E il Sindaco si farà sentire?". Ebbene, anche se ho ancora poca esperienza ritengo che parole del genere stiano molto meglio su un manifesto di propaganda politica che non su un foglio d'informazione.
E' mio intento diventare una professionista degna di questo nome e ambienti del genere non aiutano certo il mio progetto. Il mio scopo, come sanno tutti coloro i quali hanno avuto modo di leggere i miei articoli su Metropolis è quello di scrivere articoli che siano sempre e solo informativi. Anche qualora io faccia del sarcasmo non mi sono mai permessa di offendere nessuno: non per timore reverenziale ma semplicemente perché ritengo che sia poco serio.
Un giornalista che si rispetti deve avere come priorità diffondere il vero: le proprie opinioni deve tenerle per se. Oppure, cari colleghi della redazione, se proprio sentite l'esigenza di esprimere il vostro parere a mezzo stampa abbiate la decenza di apporre in calce alle VOSTRE opinioni la VOSTRA firma, non certo la mia.
Mariangela Barretta
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