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Cronaca Sebastiano Vaia 24 dicembre 2009 00:22 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
I disagi psicologici che si possono evidenziare nel corso della gravidanza sono prevalentemente disagi appartenenti alla sfera nevrotica, disturbi d’ansia e nevrosi depressiva.
Tali disagi gravido-puerperali hanno una particolare posizione in psicologia perché si collegano ad un evento temporale come la nascita, che implica profondi cambiamenti psicologici, sociali, ambientali e soprattutto biologici intesi come variazioni neurochimiche ed ormonali.
Si possono tuttavia riconoscere quadri clinici specifici nella gravidanza come l’iperemesi gravidica, la pseudocesi, la negazione di gravidanza e la labilità emotiva.
La labilità emotiva è un quadro clinico caratterizzato da agitazione, tensione, irritabilità ansia e lieve deflessione del tono dell’umore, tipica del primo trimestre. Secondo la mia esperienza è da considerare come una reazione adattiva ad uno stato di profondo cambiamento, essa non richiede alcun tipo di intervento farmacologico ma necessita essenzialmente di accudimento.
L’iperemesi gravidica invece si caratterizza con elevata frequenza di vomito e nausea, fenomeni che possono essere spiegati come adattamento “spicobiologico alla gravidanza” perché dovuti da un lato ad un fattore organico come l’aumento di gonadotropine corioniche; dall’altro in termini psicodinamici come fattori di conflittualità inconscia presenti dal’inizio della gravidanza.
L’eziologia è incerta; sicuramente sono implicati fattori biologici quali neurotrasmettitori e mediatori endocrinologici, tuttavia gli studi al riguardo appaiono scarsamente supportati per le difficoltà metodologiche riscontrate .
La pseudocesi invece è una condizione rara caratterizzata dalla presenza visibile dei segni di una gravidanza quali aumento del volume dell’addome, modificazioni del seno, aumento di volume dell’utero, riferiti movimenti fetali e dall’assenza documentabile clinica e strumentale del feto.
La sua incidenza è molto variabile, cioè è di gran lunga più presente nelle società in cui esiste una forte pressione culturale sulla donna per avere figli: in Sud Africa è evidenziata una falsa gravidanza ogni duecento donne, è senza dubbio da premettere che va differenziata dal delirio di gravidanza in quanto non si accompagna a sintomi fisici dell’evento stesso.
L’eziologia di questo disturbo è molto complesso, è stato considerato un sintomo della conversione isterica, una difesa nei confronti di angosce psicotiche, un disturbo di personalità.
Sicuri fattori predisponenti sono : basso livello intellettivo, scarsi stimoli culturali e la deprivazione dell’ambiente che caratterizzano queste pazienti.
La negazione di gravidanza è una condizione clinica di difficoltà nel riconoscere ed accettare la gravidanza con un continuum sintomatologico che va da una incongrue reattività emozionale ad una negazione psicotica.
Il rifiuto emozionale si esemplifica nell’immutabilità dello stile di vita della gravida, senza nessuna reazione adattiva all’evento.
La gravidanza per la donna rappresenta “il cambiamento”, il significato del suo essere che si scontra con una intima fobia di ciò che potrà poi essere.
Ritengo che seppure una buona parte di esse sia in qualche modo programmata non è da considerare allarmante nel primo trimestre una labilità emotiva, in quanto già come accennato in precedenza è da considerare in un contesto di cambiamento generale, che coinvolge sia la parte biologica, ormonale che psicologica e sociale.
Indubbiamente le gravide si scontrano molto più semplicemente con quella parte psicologica e sociale che sembra non raccontare più il sogno di essere mamma, e questo perché si vede, si sente nell’aria ma soprattutto perché è dell’essere umano porsi sull’argine del fiume dove il terreno è più fragile, dove è facile sentirsi sprofondare o perdere l’equilibrio.
L’uomo ha sempre bisogno di certezze, è l’Io che ce lo chiede e così trascorriamo i giorni in balia di ragionamenti, pensieri, trascurando lo stupore della vita e della fortuna di essere al mondo.
La nascita,la crescita di un figlio non è un evento programmabile, che si può studiare attraverso le esperienze altrui, oppure le regole conosciute. Quello che possiamo fare è lasciarci sorprendere, stupire, abbandonarci a questa nuova energia che invade il nostro corpo, la nostra esistenza.
La vita cambia per davvero solo quando questa energia viene percepita come tale, non quando la mente, non quando l’Io vuole decidere che cosa fare di noi, dove andare, che cosa è giusto o sbagliato secondo la morale e il costume del tempo, quasi sempre imprigionati dai luoghi comuni.
La natura fa il suo decorso,senza troppe smancerie presenta le sue magnificenze, eppure l’essere umano se non sente rumore finisce per avere paura. E così, mi viene da pensare che siamo abituati a sognare, a desiderare ma non siamo mai riusciti a volere.
Durante la gravidanza, un piccolo essere cresce giorno dopo giorno dentro di voi. Non molla mai, si difende e guarda avanti. Così mentre voi sognate e desiderate, lui vuole, pretende la vita, le vostre coccole, i sospiri, la luce dei vostri occhi.
Mettimi al mondo Mamma
- ci sarò io a proteggerti.
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