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Cronaca Angelo Bruscino 22 gennaio 2010 23:03 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
E’ facile, per non dire ovvio e tipico del costume politico e non solo, italiano, scaricare il peso del barile, sulle spalle del più debole, soprattutto quando si parla della nuova generazione, tutti preferiscono parlare non dei talenti o dei meriti che i nostri ragazzi raccolgono nel mondo, ma dei Bamboccioni tanto cari a Padoa Schioppa e di volta in volta, a tutti quelli che preferiscono delegare responsabilità e non farsene carico.
Il problema della fuoriuscita dall’ ambito familiare dei giovani, non è sicuramente un problema di pigrizia o di poca volontà e capacità a mettersi in gioco, ma soprattutto un problema infrastrutturale che ha realizzato nel corso di un trentennio un welfare, pensato solo o soprattutto per chi è già inserito in un ambito lavorativo da tempo, complice non solo il nostro sistema legislativo, ma anche quello sindacale che spesso si è fatto promotore di quelle proposte di legge, unitamente alla mancanza di una vera politica del lavoro, tesa al merito e alla copertura tramite una ristrutturazione degli ammortizzatori sociali della mobilità (come per il modello americano) o all’ apertura del nostro sistema fin troppo gerontocraticizzato, alle nuove leve, non rendono praticamente possibile o pensabile per molti ragazzi, l’ uscita dall’ ambito familiare, che resta una certezza e spesso purtroppo anche l’ unica, che il nostro modello sociale riesce a proporre.
Per capire meglio basta fare solo qualche esempio, a prescindere dalla questione lavoro (fondamentale), si parta dalla lentezza nella formazione dei giovani, del nostro sistema universitario, al totale distaccamento con il mondo del lavoro e alle difficoltà nell’ inserimento dei nostri migliori ricercatori, laureati etc …, che combattono da sempre con ataviche baronie familiari.
Alla chiusura della pubblica amministrazione alle nuove leve, sono anni che si attendono concorsi e svecchiamento anche anagrafico della macchina pubblica che ha sicuramente bisogno di competenze ed energie fresche.
Alla difficoltà a trovare una casa, (il costo degli immobili è tra i più alti di Europa) poiché è impossibile accedere ad un mutuo o ad un prestito che non sia quello familiare, vista la chiusura, anzi la serrata che il nostro mondo Bancario ha nei confronti dei giovanissimi, delle loro idee e dei loro progetti (anche di impresa).
Insomma ci sarebbe molto da lavorare e non sarebbe una cattiva idea, che uomini, giovani e soprattutto i Ministri, compreso Brunetta, cogliessero al balzo questa (probabilmente l’ ultima) possibilità di riprendere in mano la situazione, ognuno per la propria specifica, piccola, grande, responsabilità e se ne facessero carico, per dare veramente un futuro ai figli e alle figlie dell’ Italia.
* Presidente Giovani Confapi Campania
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