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Cronaca Andrea Amato 02 settembre 2009 23:40 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Il complesso della Collegiata di Marigliano, composto dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, da quella dell’Annunziata e dal Campanile, contenitore vivente di arte , storia e cultura secolari, vanto per la città, invoca soccorso. Attraverso la voce dei suoi amministratori, dei sostenitori e dei fedeli, la Collegiata lancia un grido d’allarme, chiede maggiore sostentamento per il finanziamento di restauri che possano riportare le sue inestimabili opere d’arte agli antichi splendori. Tanti sono i beni, privati della loro leggibilità artistica primitiva, che necessitano di consolidamento, di interventi per la conservazione, di manutenzione.
Da queste stesse pagine, alcuni mesi fa, sollevammo la questione del grande organo a canne, anch’esso magnifica opera d’arte settecentesca, ridotto a strumento quasi insuonabile, necessitante di manutenzione nelle sue parti foniche. L’organo, tuttavia, è soltanto uno dei tanti preziosi oggetti custoditi in Collegiata che richiede interventi e, per così dire, è quello che forse versa in uno stato di minore degenerazione. Oggi, cogliamo l’occasione dell’imminente festa patronale per lanciare un nuovo allarme: le due statue dei santi Patroni Rocco e Vito, notevoli opere lignee del XVI sec, stanno per ridursi a un cumulo di polvere.A tal proposito, abbiamo intervistato lo storico Giovanni Villano, cittadino mariglianese da anni impegnato nella tutela del patrimonio artistico locale.
Attualmente, la Collegiata dispone di fondi per interventi di restauro?
La Collegiata è un gigante delicato. Ha bisogno di cure, attenzioni, interventi costanti dal restauro delle architetture ai fragili manufatti d’arte. Oggi non possiamo, tuttavia, programmare alcun intervento , non disponendo in cassa di nessuna risorsa economica sufficiente.
La situazione più grave al momento, però, è quella delle antiche opere lignee…
Si. Al momento è la situazione che ci preoccupa di più, ma purtroppo siamo costretti ad assistere impotenti, per mancanza di denaro, a questa inarrestabile consunzione.
Sono a rischio anche le sculture policrome dei santi patroni?
Purtroppo i timori sono più che fondati. Le due pregevoli opere d’arte del Cinquecento rischiano di essere polverizzate e di andare perdute per sempre. San Vito è martoriato da colonie di tarli che lo stanno completamente svuotando. Ci sono già vistose cadute di colore sul mantello, mentre gli incarnati sono offuscati da vernici e grassi. Più drammatica è la situazione di San Rocco. La statua si regge per miracolo grazie ad un vistoso perno inserito nella gamba. La base è danneggiata in più parti, ci sono fratture nel braccio e nelle mani e il prezioso abito in “estofado de oro” presenta pericolose cadute di materiale policromo. Una quadro davvero desolante.
Quanto servirebbe per mettere al sicuro le statue dei santi patroni?
Per le operazioni di restauro servirebbero almeno quindicimila euro ma in cassa, ripeto, non abbiamo nulla.
E i fondi per l’arte?
Non ce ne sono. La Collegiata non riceve contributi dallo Stato. Come se non bastasse, le Istituzioni locali sono assenti e i cittadini comuni si dimostrano sempre più insensibili a questi problemi.
Non ci sono altre fonti d’entrata?
Qui non ci sono ticket turistici, non abbiamo ricevuto lasciti generosi e non ci sono neppure colti mecenati privati. Ciononostante don Pasquale, che è un grande comunicatore, continua a sensibilizzare gli animi. Servirebbe una boccata d’ossigeno, un aiuto subito.
Cosa fanno le associazioni culturali?
In realtà molto poco. Da loro non riceviamo alcun soccorso o collaborazione. Quando non sono giocattoli in mano ai politici, molte associazioni culturali sono paralizzate da sfrenati protagonismi o dilaniate da lotte fra poveri. Il territorio e l’arte risentono di queste incomprensibili beghe paesane e di questa proverbiale incapacità a fare sistema. Ovviamente non bisogna generalizzare; ci sono anche delle rare eccezioni. Sono però delle voci isolate che gridano in un deserto sociale e culturale.
In passato ,però, alcune associazioni come il Lyons Club si erano mostrate particolarmente sensibili alla valorizzazione dei beni artistici della città…
L’ultimo intervento dei Lyons a favore del patrimonio artistico della Collegiata risale al 1993.
Più di sedici anni fa…
Esatto. Nel 1993 l’associazione finanziò il restauro della grande tela con San Rocco che implora la Vergine di Domenico Antonio Vaccaro incastonata nel soffitto con circa ventuno milioni di lire.
Intanto domenica ci sarà la solenne processione…
Considerate le precarie condizioni in cui versano le due sculture, sconsiglierei di recarle in processione. Non solo per ragioni di sicurezza e conservazione delle opere, ma anche per dare un segnale simbolico forte, impattante alla città e alla comunità .
Quale dovrebbe essere il messaggio?
I tesori custoditi dalla Collegiata non sono di proprietà del parroco o dei fedeli. Appartengono alla città, a ciascuno di voi, a ciascuno di noi. Ognuno si deve sentire personalmente coinvolto nella salvaguardia di questo straordinario patrimonio comune che trasmette, insieme a valori propriamente religiosi, valori civili di libertà, democrazia, partecipazione, armonia, bellezza e tradizione: valori importanti ai quali dovremmo ispirarci per costruire una società nuova e un futuro migliore.
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