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Cronaca Andrea Amato 14 febbraio 2009 07:10 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - A distanza soltanto di tre giorni dal primo episodio di “ratti a scuola”, lo sconveniente evento si ripete, questa volta decretando inevitabilmente la sospensione delle attività didattiche da parte del dirigente prof. Girolamo Piro. E’ stato, infatti, affisso ai cancelli del liceo l’avviso che informa della chiusura della scuola per il 14 febbraio, giorno in cui sarà prevista la derattizzazione dell’edificio.
Chi tra insegnanti e alunni ha visto i roditori aggirarsi nelle classi li ha descritti come topi bianchi, quelli che solitamente vengono detti “da laboratorio”. L’indizio, però, più evidente che ha fatto scattare subito il controllo da parte dell’ASL è stata la presenza di sorci morti , oltre che di escrementi trovati qua e là su quasi tutti piani della struttura.
Non si è sicuri che questa trovata sia stata messa in atto dagli stessi ragazzi, ma certamente la soluzione è poco lontana da questa supposizione. Di sicuro il misfatto compiuto da alcuni non vede coinvolti e compiacenti tutti gli alunni, ma non è questa la cosa che principalmente deve preoccuparci. Piuttosto ci si dovrebbe interpellare sul perché puntualmente azioni di questo genere vedono coinvolti i nostri adolescenti.
Perché i ragazzi non amano questa scuola? Perché devastano, vandalizzano un bene che dovrebbero, invece, sentire loro? Quella scuola che dovrebbe segnarli, quella scuola che umilia, che fa piangere, ma che dà pure tanti premi e gratificazioni, che è davvero l’unico luogo dove generazioni diverse sono obbligate a respirare la stessa aria, quella scuola che dovrebbe educare, istruire, perché sembra generare solo malesseri e disagi?
Se è vero che una classe di ragazzi è una spugna che assorbe ogni umore che arriva da fuori, basta scorrere la lunga lista di storiacce avvenute tra i banchi per capire che una scuola dove si sta male è l’esatta riproduzione di un Paese che va male. I suoi sintomi sono il segnale di quello che sta per accadere.
E’ un barometro. Perché la scuola anticipa quello che saremo, parla di qualcosa che deve ancora succedere. La scuola è il canarino nella miniera. E forse non è solo colpa dei ragazzi se essa viene riempita di topi, degenera, va alla malora.
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