23/04/2024
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Cronaca Sebastiano Perrone 04 dicembre 2009 01:05 Circa 8 minuti per leggerlo stampa
Emergenza rifiuti ed emergenza democratica per i cittadini di Marigliano
Questo il titolo della petizione da me presentata in data 15 febbraio 2009 alla commissione petizioni del Parlamento Europeo, in occasione dei noti fatti di Boscofangone.
Avendola riscontrata ammissibile nel merito in data 11 settembre 2008 la Commissione Petizione l’ha ascoltata e posta in discussione il 1 dicembre 2009 alle ore 17.00 insieme ad altre petizioni dei comitati di Taverna del Re di Giugliano, Serre ed Acerra. Le Petizioni raggruppate al punto 12 dell.O.d.G. della commissione, dal Titolo “Rifiuti in Campania”, erano tutte incentrate sulla emergenza rifiuti e sulle problematiche ad essa connesse, e più in generale, sul disastro ambientale realizzato in questi anni dalla commistione di interessi tra politica, economia e delinquenza organizzata, sia per quel che attiene al piano regionale dei rifiuti, che allo sversamento illecito dei rifiuti tossici e speciali.
Alla meraviglia iniziale di una possibilità garantita dall'UE di poter partecipare ai lavori della commissione la problematica di una comunità o di un singolo mediante una semplice email, è seguita la determinazione di presenziare e farmi portavoce della comunità di Marigliano e del territorio limitrofo da anni martoriato da sversamenti ed impianti vari, nel completo lassismo ed irresponsabile silenzio delle istituzioni italiane in tutte le forme e gradi, nel cui quadro il deposito di balle di boscofangone rappresenta solo la ciliegina sulla torta.
Masseria Verduzio, masseria Lo Monaco, Vasca S.Sossio, Agrimonda, Regi lagni, Depuratore, Deposito di Balle, i valori di diossina registrati negli animali dal 2001 che han portato al divieto al pascolo su tutto il territorio da brusciano a Cicciano, compreso Marigliano e S.Vitaliano, le 5000 pecore abbattute ad Acerra, le morti dei pastori Cannavacciuolo e Gerlardo con concentrazioni altissime di diossina nel sangue, ben 25 volte superiori ai limiti ammissibili, i dati delle analisi del sangue di dieci volontari di Acerra, Nola e Saviano tutti al di sopra dei valori ammissibili, gli sforamenti dell'Inceneritore di Acerra secondo i dati ARPAC, la questione delle acque di falda inquinate secondo i dati dell'Enea ed Arpac, le analisi sui campioni di acqua prelevati dal sito di boscofangone, le aree inquinate di Torretta del processo Terra mia, il verbale della vergogna merce di scambio bonifica meglio asporto di materiali-balle.
Questi gli argomenti portati a supporto della mia petizione, solo accennati nei cinque minuti abbondantemente sforati, corredati di documenti allegati in un dvd consegnato con foto, ppt,documenti ufficiali, studi, denuncie e quant'altro prodotto in questi anni dai comitati e movimenti.
Unitario è stato il coro dei comitati nel richiedere un intervento deciso per il ripristino dei diritti e dello stato dei luoghi, il rispetto delle normative e direttive europee in materia ambientale, tutte derogate e violate in nome di una emergenza creata ad arte (cfr “Una montagna di balle” film di una etichetta indipendente http://vimeo.com/6000381), l'impossibilità del cittadino ad esercitare la funzione di controllo, minata dalla strategia dell'interesse strategico e la militarizzazione dei siti, l'impossibilità di accedere alle informazioni sullo stato dell'arte e di poter produrre dati sullo stato di salute dei cittadini e del territorio, la questione CIP6 (http://it.wikipedia.org/wiki/CIP6) incentivi dati agli inceneritori a danno delle vere energie rinnovabili, vera e propria tassa sulle bolletta ENEL in misura del 7% sull'importo pagato stornato interamente ai gestori degli inceneritori in misura proporzionale alla quantità di rifiuto bruciato, indistintamente se o meno differenziato, CDR o tal quale come l'ultimo decreto in materia consente in deroga alle normative vigenti.
La presidente della Commissione Petizioni, L’On. Erminia Mazzoni, dopo un breve inciso (forse in risposta alle mie doglianze di essere costretto a parlar male delle istituzioni del mio paese in sede europea, ma dato di fatto da me sperimentato) sul doverci accontentare della presidenza italiana di quella commissione in rappresentanza del nostro paese in sede europea, ha introdotto l’intervento della rappresentante della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea la sig.ra Pia Bucella
(http://europa.eu/whoiswho/public/index.cfm?fuseaction=idea.hierarchy&nodeID=8173&personID=108675&lang=it) , la quale ha relazionato sugli orientamenti della Commissione Europea, le cui conclusioni sono:
“ La Commissione proseguirà la sua azione nei confronti dell'Italia finché le attuali violazioni del diritto comunitario in materia di ambiente non termineranno. Per quanto riguarda la causa relativa alla mancanza di una valida rete di infrastrutture di gestione dei rifiuti, al momento dinanzi alla Corte di giustizia, saranno disponibili aggiornamenti sulla questione dopo che la Corte avrà pronunciato la sua sentenza. La Commissione continuerà a monitorare la situazione al fine di garantire che le misure adottate per affrontare l'emergenza siano conformi al diritto comunitario in materia di ambiente nonché alle norme comunitarie sugli aiuti di Stato”
allegato 757601it.pdf
Alla luce degli argomenti e delle questioni poste dai diversi comitati si è aperto un dibattito ed i diversi parlamentari intervenuti, manifestando una parziale insoddisfazione nelle posizioni espresse dalla commissione, in quanto ritenute inefficaci per il rispetto delle normative, hanno richiesto la necessità di far luce sui fatti, ipotizzando l'invio di una commissione per verificare in loco ed in indipendenza. Hanno anche richiesto di ascoltare il governo italiano e regionale in una audizione postuma alla visita italiana.
Alcuni membri dei paesi scandinavi ed anglosassoni hanno evidenziato che lo stato di emergenza non può giustificare una deroga alle direttive e norme europee, e che si rende necessaria quindi una commissione di controllo.
Particolarmente significativo è stato l’intervento di un Parlamentare Bulgaro il quale ha fatto notare che con tutto il rispetto che si deve non stavamo parlando di Africa o Asia ma dell'Italia cioè uno dei paesi fondatore dell'Europa, la quale aveva contribuito a scrivere e realizzare le norme e direttive infrante e non rispettate. Il paradosso fatto rilevare è che si doveva ricorrere a sanzioni e coercizioni varie per vedere rispettato quanto l’Italia aveva contribuito a determinare in materia di ambiente.
Qualche Parlamentare, infine, affermava che l’azione della Commissione non si poteva ridurre ad una serie di parole, assistendo impassibili alla violazione continuata delle norme, che non era vero che non si avevano strumenti per un cambio di direzione. Ha infatti ipotizzato e proposto di far ricorso alla leva finanziaria, cioè il blocco dei fondi strutturali come strumento coercitivo per obbligare il nostro paese al rispetto delle norme in materia ambientale.
Anche i parlamentari italiani presenti hanno partecipato alla discussione.
L’on. Enzo Rivellini da Campano, affermava di aver vissuto direttamente quei fatti denunciati sia da cittadino che da ex consigliere Regionale, e chiedeva di aprire una commissione parlamentare di inchiesta per far luce su quanto accaduto negli anni tra il 2000 ed il 2008. Secondo l’on. Rivellini la politica dei rifiuti zero attuata in quegli anni ha portato alla immediata chiusura delle discariche, senza una alternativa e ad una gestione a dir poco fallimentare del ciclo rifiuti con gravissimi danni arrecati ai territori, all'immagine ed alla salute dei cittadini campani.
L’ on. Andrea Cozzolino ex assessore alle attività produttive e dell’agricoltura della Regione Campania, in risposta anche a quanto affermato precedentemente dall’on. Rivellini affermava che le scelte della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata non erano scelte sbagliate tout court, sbagliata era stata la gestione nel suo complesso ed il quadro delle responsabilità era molto più ampio ed articolato di quanto si voleva rappresentare.
Il dibattito si è prolungato oltre il tempo massimo previsto: dopo le ore 18,30 infatti terminano le traduzioni nelle diverse lingue. Per cui, dopo un breve periodo in cui la presidente italiana ha cercato di far continuare i lavori assolvendo a questo compito di traduzione dall’italiano, si è rimandata la seduta al giorno successivo.
La presidente nel suo discorso di sintesi finale, chiedeva alla Commissione Europea rappresentata dalla sig.ra Pia Bucella, di far pervenire risposta scritta circa i quesiti posti in fase di dibattito, metteva a conoscenza che il commissario Straordinario Bertolaso aveva preventivamente provveduto a far arrivare risposta a quanto in oggetto delle petizioni, e che da più parti era stata richiesta una commissione ispettiva.
Dopo la chiusura dei lavori ci siamo intrattenuti diversi minuti con la Sig.ra Pia Bucella, manifestandole le nostre preoccupazioni ed il nostro desiderio di giustizia.
L’avv. Esposito Tommaso petizionario per l’inceneritore di Acerra, le ha consegnato i dati dell’ARPAC ed una serie di documenti a supporto di quanto da lui esposto, come abbiamo fatto sia io che i rappresentanti di Taverna del Re in supporti DVD.
Alla stessa significavo come spesso si confondono e si sovrappongono due problemi entrambi rilevanti quali quello della gestione rifiuti, e quello dell’inquinamento da rifiuti tossici e speciali, e che è difficile far capire a chi non vive la realtà dei territori ed ha una esperienza diversa della gestione dei rifiuti nella sua globalità, di cosa stiamo effettivamente parlando.
Ho cercato di ribadire quanto avevo detto nel mio intervento che le sanzioni si rivelano inefficaci, in quanto l’Italia paga (anche con i nostri soldi), e che l’unica possibilità che la comunità ha per far emergere il problema nella sua ampiezza è quello di produrre dei dati, magari affidando ad un ente di garanzia la produzione scientifica. Dati relativi alla caratterizzazione dei luoghi ed al biomonitoraggio, dati che noi cittadini siamo impossibilitati a produrre per costi e per autorevolezza, come la nostra storia testimonia in quanto invalidati o ritenuti poco attendibili scientificamente, come del resto è stato fatto con tanti studi di autorevoli organizzazioni ed enti che abbiamo portato a supporto delle nostre affermazioni, con oggi una difficoltà ulteriore cioè la possibilità di controllo, inibita appunto dalla strategia dell’interesse nazionale.
Sebastiano Perrone
Presidente Ass.ne Punto Critico
Il video dei lavori della Commissione
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