26/04/2024
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Cronaca Sebastiano Perrone 20 giugno 2008 00:29 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
Questa sera (12 giugno 2008) si è celebrato il consiglio Comunale, una delle tante sedute prive di significato a cui ho avuto modo di assistere. Le ipocrisie ed i voli pindarici fatti per giustificare quanto non è giustificabile, hanno dato un quadro chiaro di cosa sia la politica a Marigliano. Come si dice: al peggio non c'è mai limite! Bene, fino ad ora, nonostante i miei 15 anni di militanza nel partito che oggi rappresenta la maggioranza relativa dell'attuale amministrazione, non avevo visto mai qualcosa di simile.
È a dir poco avvilente vedere come questa amministrazione ha tentato e tenta di rimanere in piedi, nonostante il fallimento palese di un progetto politico che aveva visto insieme un gruppo preciso di partiti e di uomini, chiedere il consenso alla città. Alla fuoriuscita dei socialisti e Uniti per Marigliano dalla amministrazione, da stasera subentrano in amministrazione i consiglieri dell'UDC.
Destra e sinistra si uniscono, partiti che si sono presentati agli elettori con due sindaci e due programmi diversi, stringono un patto figlio di quel consociativismo o "Inciucio", tanto criticato e combattuto dalla seconda repubblica, al solo fine di scongiurare il commissariamento del Comune di Marigliano, o forse per quelle opere del piano triennale, di svariati milioni di euro da fare ed appaltare.
Dove sono la Coerenza e la fedeltà al patto di centro-sinistra dichiarata dal Sindaco all'atto della comunicazione al Consiglio della dimissione dei tre assessori di marca UDEUR, il 23 aprile scorso? Questi giustificava tale revoca per incompatibilità con il progetto presentato agli elettori, per la nota adesione (di molto tempo prima, ben nota al Sindaco prima dei fatti del Circolo Unione) all' MPA del senatore Barbato, cui facevano riferimento i tre assessori e quota parte dei consiglieri ex UDEUR ?
È più coerente e fedele a quel progetto aver assunto in maggioranza o anche essere sostenuti da una forza che a differenza degli ex UDEUR-MPA avevano indicato agli elettori un altro sindaco ed un altro programma politico ?
Ho letto nei giorni scorsi, i vari post di commento pro o contro il Sindaco e l'amministrazione. In particolare, mi han colpito alcune espressioni sulla liberazione di questi da presunti demoni, e la flessibilità quale strumento di innovazione politica in un mondo globalizzato, mutuato dal mondo del lavoro.
Quando eravamo ragazzi i nostri genitori, ci raccomandavano di fare attenzione alle compagnie che si frequentavano, richiamandoci al senso di responsabilità.
Oggi, per parallelismo leggo che molti danno colpa di una cattiva amministrazione, alla compagnia con la quale il Sindaco ha per lunga parte governato questo paese. Francamente trovo ridicolo questo modo di argomentare, e mi spiego.
Prendendo per buono quanto si scrive, la domanda sorge spontanea:
Il Sindaco non sapeva chi erano i suoi compagni di merenda? Perché ha accettato il mandato, presentandosi con quella compagine politica?
Ricordo a scanso di equivoci e per evitare che vuoti di memoria distorcano le cose, che chi oggi viene demonizzato ha "imposto" (non proposto) la candidatura del Sindaco alle altre forze della coalizione, come condizione per stare insieme, dopo la rinuncia dell'avv. Paolo Picca. E questo non è un fatto irrilevante: per lo meno i due contendenti si conoscevano da prima. Il Sindaco è Sindaco perché sponsorizzato, da quella volontà "imposta" con la forza dei propri numeri.
Questo per dire che non si può invocare la presunzione di innocenza, dichiarando candidamente che non si conosceva il "diavolo" (visto che si parla di esorcismo) con cui si è sottoscritto un patto. Troppo comodo ed ingeneroso!
Nel campo dell'etica la "corruzione" dei principi ha sempre due facce: chi la propone, e chi l'accetta. Alla tentazione si può rinunciare.
Se si è accorto strada facendo che non era cosa di continuare con quella maggioranza, perché non ha rimesso il suo mandato? Perché continua ostinatamente per strade altrettanto sbagliate?
E' irrispettoso trattare il popolo, come una sorta di persone ignoranti, che non capiscono niente, per cui devono i pochi eletti, la casta decidere per suo nome e conto. Se quella maggioranza ha fallito, per vari motivi che potrebbero pure dar ragione al Sindaco, non si può in nome dello spauracchio "Commissario", piegare il mandato elettorale al solo consenso dato al Sindaco.
Il Sindaco era ed è espressione di una maggioranza, di un programma politico ben preciso. Altrimenti eleggiamo solo il Sindaco, e poi le maggioranze si formano in Consiglio.
Se non vi sono più le condizioni originarie, si deve avere il coraggio e la dignità di rimettere il mandato nelle mani del popolo dal quale è scaturito, in quella forma e con quella sostanza. È ancora tollerabile ed ammissibile qualche piccolo aggiusto che potrebbe avvenire in Consiglio, non il cambio radicale della maggioranza che sovverte il mandato elettorale.
Allora con questo precedente, si potrebbe fare tutto. Chi ci vieta, se si può cambiare maggioranza, di cambiare il Sindaco?
Ad esempio la minoranza con alcune forze della maggioranza debitamente convinte, potrebbero determinare una nuova maggioranza in Consiglio e governare con un altro Sindaco. Che cambierebbe rispetto a questo ?
Non avremmo più vincoli elettorali. Torneremmo a quando con il sistema proporzionale, le maggioranze e i Sindaci si determinavano nell'aula consiliare. Sarebbe legittimo se cambiassimo le regole con un ritorno al proporzionale puro, ma date le regole attuali non è ammissibile, è intollerabile. È una offesa al popolo, al potere democratico ed a ciò che rappresentano le istituzioni.
Vi immaginate cosa accadrebbe, se Veltroni e Berlusconi si mettessero d'accordo e governassero insieme facendo fuori la lega e qualche deputato o senatore di AN o di Forza Italia oggi PDL, scomodi? Anche questo potremmo giustificarlo come flessibilità. In nome della stabilità di governo ad esempio o per evitare nuove spese che una tornata elettorale comporta.
Si cita a sproposito altri sistemi di ben più mature democrazie, dove un minimo di coerenza e di trasparenza viene garantito, come la salvaguardia delle istituzioni.
Si demonizza l'antipolitica, i grillini o i girotondini, i movimenti, il popolo come ignorante, irresponsabile che si ribella alle "scelte responsabili" della politica, che tanti danni economici, ambientali e patrimoniali hanno prodotto e producono.
Dal mio punto di vista tutto ciò è solo la conseguenza di una deriva democratica, di un modo dei partiti di pensare alla democrazia, antidemocratico e irrispettoso del popolo, il quale è usato ed offeso da parte di chi pensa di essere al di sopra di tutto e di tutti e di non dover rendere conto mai di niente a nessuno, della corruzione e della concussione che sono ormai diventati sistema da anni, degli interessi economici di chi spesso usa gli strumenti democratici per perseguire altri fini che poco o nulla hanno a che fare con gli interessi generali e la realizzazione del bene comune.
"La casta è casta e va, si, rispettata, ma Voi perdeste il senso e la misura
" da 'A livella di Totò.
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