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Cronaca Caterina Stellato 26 novembre 2008 23:45 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Il tema della scuola è più che mai caldo, anzi infuocato. Non si sono ancora spente le polemiche in merito alla riforma avanzata della contestatissima Gelmini che già scoppia l'emergenza di portata nazionale riguardante la sicurezza negli edifici scolastici.
Il caso eclatante di questi giorni riguarda un giovane studente 17enne, Vito Scafini che è morto sabato scorso a causa del cedimento dl sottotetto di un aula.
Gli è stato fatale un trauma cranico che lo ha ucciso sul colpo mentre altri 17 compagni sono stati solo feriti e due di loro in modo grave.
Nel crollo un vecchio e pesantissimo tubo di ghisa di 10 cm di diametro, in disuso da decenni, è precipitato spezzando la vita di questo sfortunato ragazzo che ha pagato carissima la negligenza di quanti avrebbero dovuto vigilare sullo stato della struttura.
Ma l'episodio di Rivoli non può essere considerato né una fatalità né un'eccezione.
Purtroppo di edifici decadenti e mal gestiti se ne contano parecchi e non c'è speranza che siano "riassestati" in tempi brevi.
Infatti, secondo quanto affermato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Guido Bertolaso nel corso dell'informativa alla Camera sul crollo del controsoffitto, per mettere in sicurezza le circa 57.000 scuole italiane occorrerebbero 13 miliardi di euro, una somma "difficilmente sostenibile".
Praticamente i soldi non ci sono, non c'erano nemmeno prima e forse non ci saranno nemmeno in futuro, perché di investire sulla scuola non interessa in pratica a nessuno.
Suonano allora ridondanti ed eccessivamente plateali le parole del ministro dell'istruzione che ha dichiarato "che il suo compito è quello di "far sì che tragedie come questa non accadano più" aggiungendo poi "che la politica in questi casi non deve dividersi ma fare quadrato per evitare tragedie come queste".
Ma frasi di questo genere, del tipo"mai più" non erano state già pronunciate nel 2002 in seguito alla tragedia dei piccoli angeli di San Giuliano?
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