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Cronaca Caterina Stellato 05 marzo 2007 00:58 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
C'è una moda che dilaga da un po' e che mi incuriosisce parecchio. Un tempo le ragazzine se volevano confidare a qualcuno le loro più intime emozioni, senza rischiare di essere tradite da un'amica pettegola, aprivano il"diario segreto", fatto di carta e confidenze, con il classico mini-luccheto provvisto di chiave, che poi miseramente andava perduta o trafugata o peggio ancora risultava inutile perché tanto il diario si apriva comunque, e ci scrivevano su.
La maggior parte delle mie coetanee se ne ricorderà con un sorriso e ripenserà magari alle liti furibonde con fratelli e sorelle che volevano rubarci dei piccoli segreti per sporchi ricatti familiari. Adesso dimenticatevi 'ste vicende romantiche perché oggi i ragazzi più piccoli e anche più grandi, si raccontano sui Blog: in pratica su un "diario in rete".
Il termine blog è la contrazione di web log, ovvero "traccia su rete". Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla loro gestione. A sua volta il termine weblog è stato creato da Jorn Barger nel dicembre del 1997e la versione tronca è stata creata da Peter Merholz che nel 1999 ha usato la frase "we blog" nel suo sito, dando origine al verbo "to blog" (ovvero: bloggare, scrivere un blog). A parte quelli più impegnati di giornalisti, scrittori, comici o professionisti della penna, la maggior parte di questi spazi viene utilizzata da coloro che decidono di condividere con chiunque legga i loro pensieri, le loro opinioni o le paure e i sentimenti più privati.
Mi è capitato di leggerne alcuni anche di amiche/i e mi stupisco ogni volta, perché nonostante i vari nickname dietro nomi più o meno inventati ci sono persone che distribuiscono pezzetti della loro vita nelle maglie di internet. Mi sembra che sia tutto un gioco di voyeurismo mediante il quale si può conoscere tutto di tutto, c'è chi scrive di sesso, di famiglia, di amici , di relazioni più o meno strane, di politica o di calcio, di moda o semplicemente di sogni ed è così strano che quelle confidenze siano a portata di tutti.
Nell'aria c'è una fortissima esigenza giovanile di comunicazione, un desiderio di non passare inosservati, di lasciare un segno di se, magari su delle pagine scritte bene, che toccano chi le legge, con un"post"ricco di sfumature interessanti.Nella maggioranza dei casi ci sì da appuntamento nelle pagine apposite per leggere rispettivi commenti e conoscere le quotidiane vicissitudini di chi decide di parlare di sé, molte volte mi diverto parecchio molte altre meno ma non avendo un mio blog non posso permettermi di giudicare nessuno.
Ad essere sincera sono stata tentata e a volte lo sono ancora, ma poi mi chiedo perché distribuire qualcosa di me di profondo a tutti? Probabilmente sono antica, o pudica o semplicemente riservata ma penso che chi ci riesce è per metà coraggioso certo, ma anche un tantino esibizionista perché credo che in qualsiasi scrittore, di ogni genere , si celi sempre una sottile voglia di farsi ascoltare.
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