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Cronaca Caterina Stellato 07 febbraio 2007 23:53 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Una delle attività preferite dalla nostra bell'Italia è la commemorazione. Siamo tutti bravi a d abbassare la testa in segno di lutto, a versare le lacrime per le tragedie che capitano, a leggere i titoli commoventi e le immagini toccanti.
Mi riferisco a quanto è accaduto a Catania, a quello che ne è derivato poi, a tutto il circo mediatico che ne è seguito. Una partita di calcio, una stupida partita dove l'unico obiettivo sarebbe quello di vedere che fine fa la palla, se entra in rete, se c'è fuorigioco, se il fallo era da segnalare finisce in tragedia, diventa storia triste dei giorni nostri.
Un poliziotto perde la vita in quella che, fuori dallo stadio, era diventata una guerra di lacrimogeni e spranghe, di camionette e sassi,una manifestazione palese della stupidità e della criminalità di alcuni tifosi . Filippo Raciti, poliziotto, 38 anni, marito e padre di due figli muore colpito molto probabilmente da un oggetto pesante che, secondo l'autopsia, gli spappola il fegato. L'Italia si ferma , il calcio anche, tutti i dirigenti delle squadre si dichiarano sconvolti, si pensa di bloccare tutte le partite a tempo indeterminato, il presidente della FIGC si dice "stufo della situazione" e Prodi annuncia misure estreme. Bravi, bene, complimenti: e le 5 precedenti leggi speciali approvate per la sicurezza negli stadi? I rapporti tra gli Ultras e le forze dell'ordine erano già tesi da molto prima della partita Catania-Messina ma, come al solito, doveva scapparci il morto per cercare una soluzione al problema.
Infatti, sono immediatamente partite le ispezioni nello stadio incriminato che hanno portato alla scoperta di una arsenale di armi e droga nella casa del custode e si annuncia nei prossimi giorni un decreto legge che passerà attraverso un consiglio dei ministri straordinario che in sintesi prevede:
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