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Cronaca Caterina Stellato 16 gennaio 2007 23:39 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Ci sono notizie che inorridiscono, mettono i brividi e ti fanno pensare.
Ti chiedi come una piccola cittadina di provincia possa diventare teatro di una
strage come quella di Erba.
Vicini di casa che diventano carnefici, un'isterica signora che,
ossessionata dal silenzio e dal pulito, considera la famiglia che le abita
accanto come una minaccia alla sua tranquillità e che decide di mettere fine a
quelli che lei ritiene insopportabili fastidi. Con la complicità di un marito
violento ed esagitato premedita un pluriomicidio che l'Italia non potrÃ
dimenticare.
Liti di cortile che fanno breccia in una mente
malata e in quella di un marito succube , diventano l'anima di un efferato
delitto compiuto a suon di spranghe e coltellate...tutto perché Raffaella , la
madre del piccolo Youssef, dopo le liti con i vicini finite a spintoni, li aveva
denunciati quei due e loro di risposta le avevano promesso che l'avrebbe pagata.
Solo due giorni dopo la strage infatti si sarebbe tenuta la prima udienza di una
causa per risarcimento di danni morali (5000.00 euro) provocati proprio da quei
diverbi.
Raffaella non ne poteva più, aveva coperto i suoi
pavimenti con i tappeti per attutire le voci di una famiglia e la vivacità di un
bambino che Rosa Bassi , l'assassina non riusciva tollerare. Il terrore sta
proprio nelle sue dichiarazioni, quando le chiedono perché abbia sgozzato un
bimbo di due anni lei risponde "avevo mal di testa e lui non smetteva di
piangereÂ…" e dopo le uccisioni pare si sia rivolta al marito dicendogli
"finalmente adesso possiamo essere felici..".
Si può morire in casa propria così? Si può decidere di togliere la vita a
4 persone perché fanno rumore? Si può premeditare nel dettaglio un delitto e poi
senza alcun rimorso fingere che non si successo? E come si può commentare una
storia così?
Forse nessuno conosce le parole appropriate ma, come ho detto, certe storie fanno
riflettere, ti trasmettono un'inspiegabile angoscia, un senso di impotenza, di
ingiustizia , di paura che blocca i commenti anche se i giornali e certi
programmi tv ci marceranno per settimane.
Non mancano i
talk-show, le riflessioni mediatiche e i vari psicologi che cercano di analizzare
il perché di questa terribile storia ma l'unica frase che mi ha colpito, quella
che mi ha spiazzato è stata pronunciata dal padre di Raffaella, il nonno di
Youssef, l'uomo che ha perso anche la moglie e che ha detto "Bisogna perdonare".
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