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Cronaca Loredana Monda 08 febbraio 2010 00:37 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Il “Verna” necessita di puntellamento: si infiammano gli animi e scoppia la polemica. Sabato scorso, intorno alle 14 e 30, dall’immobile storico, sono cadute lavagne di ardesia, calcinacci e detriti, che hanno evidenziato, ancora una volta, lo stato di emergenza. “Solo per una fortunata casualità - fanno notare alcuni cittadini - non ci sono scappati feriti. Per fatiscenza della struttura, peraltro ben nota a tutti da decenni, si è sfiorata la tragedia”.
A crollo avvenuto, sono state chiuse al traffico, per motivi di sicurezza, Via Giordano Bruno, Via Porta San Pietro e Via Garibaldi. In un secondo momento, la terza strada, all’interno della quale troviamo, tra l’altro, un plesso di scuola media inferiore, è stata riaperta. Lunedì scorso, è stato effettuato un altro sopralluogo. Il sindaco Antonio Sodano ha sollecitato la convocazione di una conferenza di servizi con il responsabile dell’area nolana della Sovrintendenza per i Beni Culturali di Napoli, l’architetto Guido Gullo, che dovrebbe tenersi martedì mattina.
Resta, infatti, da stabilire se siano stati apposti vincoli al “Verna”, già inserito nel 2004 in un elenco di immobili da tutelare e per il quale, circa due anni fa, lo stesso Comune aveva preannunciato un avvio di procedure ad hoc da parte della stessa Sovrintendenza. Il “Verna” necessita, intanto, di puntellamento. L’Ente locale propenderebbe per un puntellamento di tipo aereo. In sostanza, dovrebberro essere sistemate delle travi di ferro che dalla facciata nell’immobile pericolante dovrebbero finire su quello di fronte.
Qui la nota dolente. A spiegare tutto, anche per conto di altre famiglie, è Antonio Esposito, che vive, con i suoi congiunti, proprio nella palazzina di fronte al “Verna”. “Siamo pienamente consapevoli del fatto che il “Verna” sia pericolante e che debba essere messo in sicurezza. Sono decenni che si parla di una sua ristrutturazione, mai attuata. Non diciamo, quindi, che la puntellatura - afferma - non debba essere effettuata. Non comprendiamo, però, per quale motivo si debba procedere con quella aereo che finirebbe con produrre danni anche a scapito della nostra palazzina, danneggiata dal terremoto del 1980 e ristrutturata con soldi e con sacrifici dei privati, nonostante gli stanziamenti della Legge 219.
Chi ci pagherebbe gli eventuali danni?”. Il signor Esposito ci mostra un‘ordinanza, notificata a lui e ad altri, dalla quale si evince la volontà di puntellamento per ripristinare la viabilità, mettere in sicurezza la zona e tutelare l’incolumità delle persone. Nel documento, si parla, infatti, proprio di puntellamento con protezione aerea a concatenamento con i fabbricati di Via Giordano Bruno e Via Porta San Pietro.
“Allo stato sappiamo darci una sola spiegazione per la scelta di un puntellamento aereo: probabilmente si cerca di evitare di ingombrare le strade con protezioni metalliche che difficilmente sarebbero rimosse in tempi brevi. Non dimentichiamo - spiega Antonio Esposito -che altre impalcature montate nel centro storico in prossimità di immobili pericolanti sono rimaste ferme per decenni, in preda all’usura ed alla ruggine, diventate a loro volta un pericolo per l’incolumità dei cittadini. Di fronte ad una nuova emergenza, si preferisce, quindi, toccare gli altri palazzi”. Antonio Esposito contesta, tra l’altro, la scarsa correttezza all’amministrazione comunale.
“Dopo il crollo di sabato e i primi sopralluoghi, il sindaco Sodano - afferma Antonio Esposito - aveva garantito che la situazione sarebbe rimasta invariata fino all’intervento del sovrintendente Guido Gullo martedì prossimo. Nel frattempo, ci ha fatto, però, notificare la sua ordinanza. Il provvedimento non è stato già eseguito perché c’è stata una prima protesta da parte di chi ha solo cercato di evitare che travi di ferro fossero conficcate nella propria casa”. I crolli della settimana scorsa al “Verna” hanno fatto focalizzare ancora una volta l’attenzione sulle condizioni di precarietà e di insicurezza in cui versa la struttura dal dopo terremoto del 1980. In particolare, è stata rimarcata anche la presenza all’interno dell’immobile di ingenti quantità di amianto (che si sta, tra l’altro, sbriciolando), che rischia di diffondersi nell’aria, influenzando negativamente il trend di patologie come l’asbestosi, il mesotelioma, il carcinoma polmonare e i tumori del tratto gastro - intestinale, della laringe e di altre sedi.
Antonio Esposito e altri cittadini - disposti anche a promuovere manifestazioni di protesta o azioni legali per tutelare - si appellano al buon senso degli amministratori di maggioranza e di opposizione. “Solo da noi, diversamente che in un qualunque paese civile dell’Europa - affermano - non si comprende cosa siano realmente la tutela e la valorizzazione del centro storico. Sarebbe bello se si incentivassero i commercianti per impiantare attività, se si aiutassero i cittadini a ristrutturare gli immobili con criteri certi e con uno stesso stile, se si recuperassero i beni culturali”.
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