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Cronaca Loredana Monda 01 ottobre 2009 17:02 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
CASTELLO DI CISTERNA - Operazione tra Napoli e Roma per i carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna al comando del Tenente Colonnello Antonio Jannece.
In mattinata, gli uomini del Nucleo Investigativo agli ordini del Tenente Colonnello Fabio Cagnazzo hanno inflitto un altro colto alla camorra, nel quadro di una più ampia attività di contrasto alle fenomenologie criminali riconducibili ai clan dei “Di Lauro“ e degli “Scissionisti“, già in contrapposizione armata tra loro, per il predominio e per il controllo delle attività illecite, già responsabili della recrudescenza del fenomeno omicidiario nell’area di Secondigliano-Scampia.
I militari dell’Arma hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, al trentunenne Antonio Pica, al ventinovenne Antonio Prestieri e al ventottenne Salvatore Esposito, tutti di Napoli, già considerati dagli inquirenti degli elementi di spicco del clan “Di Lauro”, operante nell’area settentrionale di Napoli. Secondo le risultanze delle indagini svolte dai carabinieri, con le quali la magistratura ha concordato, i tre giovani, in concorso tra loro, si sarebbero resi responsabili di omicidio, in relazione ad un agguato perpetrato in una pizzeria di Via Ghisleri a Napoli, in data 16 aprire 2003, in cui perse la vita l’allora ventinovenne Giuseppe Marra.
Per gli inquirenti, i tre uomini si sarebbero, altresì, resi responsabili di detenzione e di porto illegale di armi ed altro, con l’aggravante dell’ articolo 7 della Legge 203/91, vale a dire per aver agito per agevolare l’organizzazione mafiosa di riferimento.
Il movente dell’omicidio sarebbe da ricondurre ad una truffa di Marra ai danni di Pica: avrebbe venduto una partita di 10 chilogrammi di “kobrett”, di scarsa qualità, non immettibile sul mercato.
Dei tre destinatari delle ordinanze due (Pica e Prestieri, da collaboratori di giustizia, sono finiti ai domiciliari in località protette), uno (Esposito) già irreperibile, resta attivamente ricercato.
L’operazione di stamattina si fonda su un prosieguo di attività di indagini scaturite dall’operazione “The Seven Towers”, che ha portato, il 3 giugno scorso, all’esecuzione di 13 fermi, emessi dalla DDA, a carico di altrettanti soggetti, considerati dagli inquirenti vicini al clan degli “Scissionisti”. Si tratta di un’operazione che ha avuto l’obiettivo di perseguire le attività di spaccio nel rione cosiddetto “Sette Palazzi”, in Via Labriola stimata la piazza di smercio (di cocaina, di eroina, di ecstasy e di kobrett) più fiorente d’Italia e gestita dalla citata organizzazione. Per i carabinieri, attraverso continue indagini, il passo dall’operazione “Seven Towers” a quella denominata “OFF Shore” è stato breve.
Per qualche soggetto coinvolto sono stati, quindi, accertati l’esistenza di contatti con “pusher” della zona di Napoli - Scampia, il contatto con persone provenienti dalla zona di Secondigliano che si rifornivano di stupefacente a Castelvolturno per lo spaccio al minuto, l’esistenza di una serie di gruppi criminali che si rifornivano di droga (prevalentemente cocaina e kobret) da un extracomunitario. E’ stato effettuato, inoltre, il monitoraggio delle organizzazioni coinvolte tra cui quelle capeggiate da Giovanni Ponderoso (Piscinola - Marianella), da Salvatore Moccia (Scampia e Sette Palazzi) da Vito Cairo (Giugliano in Campania), tutti interni al clan degli “Scissionisti”, capeggiato ora da Cesare Pagano e Raffaele Amato (attualmente in stato di arresto).
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