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Cronaca Loredana Monda 21 marzo 2009 23:42 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
POMIGLIANO – Neanche il tempo di mettere il naso fuori dal carcere, ha dovuto rimetterci piede Vincenzo Guadagni, 35 anni, del luogo, considerato uno degli autori di azioni incendiarie e dinamitarde ai danni di due caserme dei carabinieri e della sede della Sinistra Arcobaleno del senatore Tommaso Sodano, nonché un artefice di telefonate di minacce al Capitano Orazio Ianniello.
Sottoposto dai carabinieri ad un fermo d’indiziato di delitto della Direzione Distrettuale Antimafia il 17 marzo 2009, l’uomo è stato rimesso in libertà tre giorni dopo, in sede di convalida del provvedimento dinanzi al giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli.
La Dda è intervenuta nuovamente. In data 21 marzo, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per esplosione di colpi d’arma da fuoco, per danneggiamento a mezzo di ordigni/materiale esplodente, per detenzione e per porto abusivo in luogo pubblico di armi e di munizioni, per violenze e per minacce a pubblico ufficiale, per violenza e per minaccia ad corpo politico, amministrativo o giudiziario, per incendio, per tentata estorsione e per altro, con l’aggravante dell’art. 7 legge 203/91, per aver agito con metodi mafiosi, secondo gli inquirenti per agevolare il clan Foria.
Detta ordinanza è stata eseguita subito dai carabinieri, pertanto il trentacinquenne è tornato a Poggioreale. In particolare, l’attività investigativa, coordinata dalla Dda di Napoli e dal Racis di Roma (per i saggi grafici, le comparazioni foniche ed altre attività tecniche), ha consentito di accertare che, con le stesse metodologie e nell’ambito di un progetto criminoso più ampio finalizzato ad instaurare stati di tensione tra le vittime, l’arrestato aveva esploso numerosi colpi d’arma da fuoco contro alcuni esercizi commerciali del luogo, lasciato altri colpi inesplosi e lettere minatorie davanti ad un istituto bancario e la sede politica “La Sinistra Arcobaleno”. Sulla base di una comparazione fonica, i carabinieri hanno, tra l’altro, accertato che l’uomo, in due circostanze, con telefonate anonime aveva minacciato il Comandante della Compagnia di Castello di Cisterna, il Capitano Orazio Ianniello, di utilizzare il tritolo, dopo le bombe carte già fatte esplodere presso le caserme dell’Arma.
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