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Cronaca Loredana Monda 16 gennaio 2009 23:43 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Truffa aggravata in concorso, ricettazione, detenzione e utilizzo di documenti d'identità falsi, sostituzione di persona, di uso di atto falso e di falsità materiale. Con queste accuse è finito in manette il figlio di Salvatore Mazzarella, attualmente detenuto, capo dell'omonimo clan, operante nella zona orientale di Napoli, nonchè nei quartieri napoletani Vicaria Mercato e San Giovanni a Teduccio. Ad arrestarlo, i carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna, al comando del Capitano Orazio Ianniello.
Ammanettato con le stesse accuse anche il trentanovenne Carlo Romano, domiciliato a San Giorgio a Cremano. Entrambi definiti, dagli inquirenti, già noti alle forze dell'ordine, sono stati bloccati a Marigliano, nell'ambito di operazioni di controllo del territorio, finalizzate al contrasto di illegalità diffuse. I carabinieri della locale stazione, notavano i due uomini in Via Pasubio, nella frazione di Lausdomini.
Il loro contegno appariva sospetto, al punto tale da indurre i militari dell'Arma ad intervenire. Il ventiseienne e il trentanovenne, che erano a bordo di un furgone Ford Transit, di proprietà di una società di autonoleggio, era così sottoposti a perquisizioni personali e veicolari. Tra gli indumenti i due uomini avevano una carta di identità di cui era stato denunciato lo smarrimento in data 10 novembre 2008, che apparteneva, in realtà , ad un ventunenne di Pomigliano, nonché un codice fiscale falso.
Nel furgonato del veicolo, c'erano, invece, due trattori agricoli di medie dimensioni, del valore di mercato di 12.200 euro. Scoperta la vera identità dei due uomini, dopo i primi accertamenti ai documenti d'identità e fiscali ed emerso che i militari dell'Arma erano al cospetto del figlio ventiseienne del boss napoletano, scattavano altri controlli, sui trattori. Emergeva, così, che, con artifizi e con raggiri, poco prima, i due uomini l'avevano acquistati presso una società di Via Pasubio, esibendo i citati documenti. Avevano utilizzato un assegno.
Scattavano, quindi, gli accertamenti sul titolo di credito, che risultava provento di una rapina ad un portavalori, perpetrata, a Napoli, in data 17 gennaio 2002. Troppo intricata la faccenda, per i numerosi passaggi, i carabinieri di Marigliano, erano coadiuvati, innanzitutto da colleghi del Norm di Castello di Cisterna. A tal punto, scattavano le perquisizione domiciliari, con l'intervento dei carabinieri di Napoli a loro supporto.
Gli ultimi controlli davano, però, esito negativo. In conclusione, il ventiseienne e il ventinovenne finivano in camera di sicurezza in attesa di rito direttissimo, I due mezzi agricoli erano restituiti al proprietario, vittima della truffa. La presenza sul territorio cittadino del figlio del boss Salvatore Mazzarella non è considerata dagli inquirenti la spia di un nuovo controllo dell'omonimo clan napoletano in zona. Si ritiene, più che altro, che i due uomini abbiamo preferito muoversi e agire su una zona già nota all'organizzazione. Non sono stati, tuttavia, fortunati, essendo stati beccati.
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