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Cronaca Loredana Monda 12 settembre 2008 23:30 Circa 8 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - nella serata di giovedì scorso, celebrato il Consiglio Comunale. Tanti
i punti agli ordini del giorno, tra cui cinque interrogazioni, l'approvazione di uno schema
di rendiconto di bilancio, l'approvazione di più regolamenti su materie varie, la
discussione sulle sorti della struttura sportiva al "Parco Rea". Un solo ordine del giorno
ha, però, calamitato l'attenzione collettiva. Un solo ordine, a parte quello relativo
all'approvazione dei verbali delle sedute precedenti, è stato discusso dalle ore 20 a
mezzanotte.
>Sul tavolo della discussione la questione dei sottotetti.
Parliamo di quelle strutture, edificate dai cittadini sulla scorta di permessi a costruire
rilasciati dall'ufficio tecnico comunale, che, in alcuni casi sono stati ritirati e
accompagnati anche da una richiesta di abbattimento o di acquisizione al patrimonio
comunale, dopo essere finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Nola. Il
Consiglio Comunale avrebbe dovuto indicare una soluzione, atta a tutelare almeno quei
cittadini che ottenuto il permesso a costruire non si sono abbandonati a difformitÃ
progettuali (come si ammette anche in tanti atti di sequestro), ma che sono stati indagati
o rinviati a giudizio per abuso edile, congiuntamente a tecnici privati e pubblici.
Non è pervenuto, tuttavia, in tempo, quel parere tecnico - legale, richiesto, in
data 9 settembre 2008, dalla Giunta Municipale, al Professore Alberto De Vita, docente
della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università "Parthenope" di Nola. Al professionista è
stato chiesto di indicare procedere e atti da adottare. Sarà , quindi, necessario attendere
ancora per poter riaffrontare la questione in Consiglio. Intanto, il clima è teso. Erano
evidenti, giovedì sera, le frizzioni tra cittadini e amministratori, tra maggioranza e
opposizione (ormai di due anime, l'una di centrodestra e l'altra di centrosinistra), nonché
all'interno della stessa compagine di governo locale.
La situazione è complessa. Un
passo falso potrebbe, oltre che produrre responsabilità di natura amministrativa e penale,
ingarbugliare ulteriormente la matassa da sciogliere. Qualche consigliere tiene a
sottolineare ai cittadini che non manca la volontà di affrontare e risolvere la questione.
E' il caso di Vincenzo Esposito (Pd), che asserisce di essere pronto a discutere, ma anche
ad astenersi in caso di eventuali votazioni, essendo egli stesso interessato direttamente
da questioni processuali in qualità di tecnico privato. Qualcun altro chiede che ad
indicare alla Giunta e al Consiglio la strada da seguire sia lo stesso ufficio tecnico che
ha prima rilasciato e poi revocato i permessi a costruire, nonché prodotto tutti i
successivi atti.
Ma il sindaco Felice Esposito Corcione asserisce che non
appare opportuno imboccare tale strada, essendo tutti i tecnici responsabili dell'area
oramai indagati o sotto processo. Dentro e fuori l'aula, informalmente, in attesa del
parere del professore De Vita si discute dell'opportunità di battere altre strade:
appellarsi ai disposti di alcune norme del regolamento sull'edilizia e la sospensione
temporanea, ma cautelativa, dei dipendenti sotto processo.
Nelle prossime
settimane, si vedrà quali saranno le scelte dell'amministrazione. Proviamo, intanto, a
ricostruire ancora una volta l'intera vicenda dei sottotetti. Al Tribunale di Nola, sono
iniziati, a fine novembre 2007, i processo, che vedono, imputate decine e decine di
persone, per abusivismo edile, in ordine alla realizzazione di sottotetti su abitazioni
preesistenti, ubicate sul territorio comunale, finite, negli ultimi anni, nel mirino delle
forze dell'ordine e della magistratura, che hanno portato avanti indagini sulla regolaritÃ
dei permessi a costruire erogati, in un intero biennio (2002 - 2004).
Le
prime udienze sono state, però, rinviate a febbraio 2008. Ora, quei procedimento vanno
avanti. Altri si sono, tuttavia, aggiunti, alla chiusura del lavoro da parte di altri
pubblici ministero. Per fare conoscere la ricostruzione dall'intera vicenda, fornita sia
dalla pubblica accusa sia dalla difesa, in fase dibattimentale sarà , quindi, necessario
attendere ancora. D'altra parte, è notorio che la questione sia destinata a tenere banco
per un lungo periodo. Ricordiamo, intanto, che a chiudere le indagini, chiedendo i primi
rinvii a giudizio sfociati nell'istruzione dei primi processi, sono stati i sostituti
procuratori Visone e Renzulli.
Altri tre magistrati della Procura della
Repubblica di Nola hanno completato il lavoro nei mesi successivi. Si tratta dei sostituti
Raffaele, Sorvillo e Sico, che hanno avanzato, nel frattempo, nuove richieste di rinvio a
giudizio, fonte di ulteriori procedimenti giudiziali. Ricordiamo, inoltre, che a doversi
difendere dall'accusa di abusivismo sono tecnici comunali, tecnici privati (progettisti,
direttori dei lavori, titolari di imprese edili) e cittadini. In un primo momento, solo
quattro tecnici comunali sono risultati coinvolti.
Interessati dagli
sviluppi della vicenda sono risultati, inoltre, anche altri dipendenti comunali, oltre ad
ex amministratori locali, a titolo privato. In prima battuta, nessun rinvio a giudizio,
era stato notificato al responsabile dell'area gestione tecnica del Comune, l'ingegnere
Andrea Ciccarelli. Pare comparisse il suo nome in una prima notifica di in alcuni atti
(soprattutto avvisi di conclusione indagini), ma non in una seconda, prodotta da tre tra i
cinque pubblici ministeri. Secondo una scuola di pensiero, potrebbe essersi salvato con
l'annullamento di tutti i permessi a costruire erogati dall'ente locale e ritenuti
illegittimi: avrebbe sostanzialmente avvallato le tesi sostenute dai magistrati della
Procura della Repubblica di Nola. Eppure avverso l'annullamento dei permessi a costruire
tante sarebbero state le impugnazioni, in sede di sospensiva, al Tribunale Amministrativo
Regionale, che avrebbe dato ragione ai ricorrenti. La situazione è mutata, poi, anche per
l'ingegnere Andrea Ciccarelli.
I pubblici ministero Raffaele e Sico
l'avrebbero inserito negli atti da loro prodotti. Secondo un'altra scuola di pensiero, il
responsabile di un ufficio tecnico non può non essere tirato in ballo, essendo contro -
firmatario di tutti gli atti prodotti dagli istruttori di procedimento, a prescindere dalla
mole giornaliera di carte che sono portate alla sua attenzione. Difficile fornire delle
cifre sulla quantità di persone coinvolte, che dovranno ora difendersi dalle accuse di
abusivismo nelle aule giudiziarie. Come precedentemente accennato, la magistratura ha
colpito, infatti, tecnici comunali, ma anche tecnici privati con funzioni di titolari di
imprese oppure di direttori dei lavori, nonché privati in qualità di proprietari degli
immobili controllati e sequestrati.
Al lavoro sono tanti legali dell'intero comprensorio in ordine ad una vicenda ancora
lontana dalla conclusione. Si regista un dato importante: la magistratura sta utilizzando
il pugno di ferro rispetto a fenomenologie largamente diffuse nell'intero circondario della
Procura della Repubblica di Nola, anche se a pagarne le spese saranno anche soggetti ben
lontani dalla lucida volontà di delinquere, come tutti quei cittadini fiduciosi che non
avrebbero mai realizzato i sottotetti (in alcuni casi conformi ai permessi a costruire)
senza concessioni erogate e senza tanta confusione sotto il profilo normativo.
Per capire cosa abbia fatto procedere la magistratura, basta anche solo tenere conto di
una nota del marzo 2007 del sostituto procuratore aggiunto Francesco Greco, che
contemplava proprio la vicenda:"In particolare, si è accertato che i permessi a costruire
rilasciati erano in contrasto con quanto disposto dall'articolo 25 delle norme di
attuazione del piano regolatore generale vigente il quale - nelle zone interessate da
preesistenze abitative residenziali ed in via di completamento - vieta la realizzazione di
ulteriori volumi da destinare a funzioni residenziali ad eccezione di sovraelevazioni
aventi funzioni di camera d'aria con altezza minima sui fronti di m. 0,50 e massima netta
al colmo di m. 2,40.
Si è accertato che erano stati autorizzati manufatti
con altezze superiori a quelle sopraindicate e tali da consentire che venissero utilizzati
per uso residenziale". A niente è servito avviare le procedure di adozione di una nuova
variante al piano regolatore generale, con una delibera di giunta municipale dell'estate
2007. Anche l'ipotetica entrata in vigore del nuovo strumento urbanistico ad iter
completato non riuscirà a sanare la situazione sul terreno della realizzazione dei
sottotetti finiti nel mirino della magistratura. Ora, un malcontento, che sembra essere
stato, tempo fa, anche alla base di atti anonimi di minaccia al sindaco e a altri politici
del territorio, potrebbe crescere.
Con l'avvio dei processi la situazione è diventata incandescente. In particolare, i
cittadini, in possesso di regolari permessi a costruire ai quali si sono regolarmente
attenuti, potrebbero cercare, alla fine, di rivalersi su terzi. A rendere tutti più
difficile, i lunghi tempi. La scottante vicenda ha avuto inizio parecchio tempo fa. Stando
a quanto risulta a dare il via ai primi accertamenti è stato il pubblico ministero Federico
Bisceglia, quando ancora era parte integrante della sezione ambientale e urbanistica della
Procura della Repubblica di Nola.
Era l'estate del 2006, quando cominciarono
ad arrivare presso l'ente locale i primi atti di richieste di chiarimenti sulla
realizzazione dei sottotetti. Altri magistrati si sono, successivamente ripartiti il
lavoro, dopo la scelta di dirottare il dottore Bisceglie su altri terreni. A dimostrazione
di ciò, la presenza di cinque sostituti procuratori coordinatori delle indagini. Intorno a
cosa ruoterebbe, però, tutta questa grande confusione normativa che ha prodotto l'emissione
di numerosi atti diventati oggetto di accertamenti della magistratura? Incertezze sul piano
regolatore vigente? Non solo. Ad incidere soprattutto le incertezze sul regolamento
edilizio vigente.
Stando a quanto risulta allo stato attuale, i permessi a costruire sarebbero stati
erogati sulla scorta di un regolamento datato 2003, sicuramente approvato dal consiglio
comunale, ma pare mancante di un inter burocratico completo, atto ad assicurarne l'entrata
in vigore. Lo strumento sembrerebbe, in sostanza, privo del requisito dell'esecutività .
Sembra, invece, che per la Procura della Repubblica di Nola quelle concessioni edilizie
dovessero essere erogate sulla scorta di un altro regolamento, effettivamente vigente,
datato 1971. E la situazione potrebbe peggiorare, qualora si chiudessero altri accertamenti
che non riguardano i sottotetti, ma le case coloniche diventate ville.
Ad alzare la testa, dopo la costituzione di un comitato e la sottoposizione ai consiglieri
di una proposta di risoluzione, sono soprattutto quei cittadini che non hanno commesso
difformità e che non ci stanno (come pure alcuni politici) a lasciar passare il messaggio
che la città sia abitata solo da delinquenti.
La proposta del Comitato
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