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Cronaca Loredana Monda 06 maggio 2008 06:54 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Per dieci lunghi anni, ha finto di vivere una vita normale. Ha continuato a studiare, tanto da arrivare all'istruzione universitaria. Alla fine, è scoppiata una ragazza di ventitre anni di Marigliano. Si è rivolta ai carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna al comando del tenente Angelo Basile, vuotando il sacco, raccontando una tragica e squallida storia di violenze a sfondo sessuale di cui è stata vittima.
Suo carnefice, un uomo di sessantatre anni, che ora lavorava normalmente, nonostante un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per una vecchia vicenda legata ad una violazione della legge sulle armi. Si tratta di un uomo di cui avrebbe dovuto fidarsi. Quel bruto che ha segnato irrimediabilmente la sua esistenza avrebbe dovuto assicurarle protezione, affetto, punti di riferimento e di stabilità dopo la morte prematura del padre.
Era uno zio che avrebbe dovuto occuparsi di lei, che, invece, ne aveva abusato dall'età di tredici anni, rubandole l'innocenza, spezzandone l'adolescenza. All'orrore, hanno posto fine i militari dell'Arma nelle ultime ore, dando esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal giudice di indagine preliminari del Tribunale di Nola, per violenza sessuale continuata.
Le violenze, secondo quanto accertato dai carabinieri che hanno interrogato diversi testimoni anche nell'ambito familiare, si sarebbero protratte dal luglio 1999, quando la vittima aveva appena 13 anni, fino al 3 aprile scorso. La giovane avrebbe trovato la forza d'animo per denunciare gli abusi grazie al legame sentimentale da poco intrecciato con un ragazzo del luogo.
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