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Cronaca Loredana Monda 13 maggio 2007 00:50 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Oltre a un noto imprenditore mariglianese, tra i numerosi arrestati nella
imponente
operazione di polizia di venerdì scorso, figura il
trentaquattrenne Antonio Covone.
Il giovane, coniugato
e padre di due bambini, incensurato, era da tempo
tenuto d'occhio dalle forze dell'ordine. Ne era,
peraltro, consapevole, giacché avevano notato di
essere oggetto di servizi di pedinamento e di
osservazione.
A controllarne i movimento i carabinieri
soprattutto del Reparto Territoriale di Castello di
Cisterna, nonché la Polizia di Stato, che in un
periodo recente, pare, tra l'altro, che si fosse
presentata presso la sua abitazione portando avanti
una perquisizione domiciliare, che non aveva dato gli
esiti sperati.
Antonio Covone è il titolare di una
impresa di onoranze funebri e di addobbi floreali, di
cui ha assunto la gestione alla morte del padre Tobia,
il primo a rivolgersi diversi anni fa alla Procura
della Repubblica di Nola perché intervenisse in ordine
ad una privativa del servizio di onoranze funebri
sottoscritta dal Comune di Marigliano, nel lontano
1998, a copertura di un intero decennio. Proprio
Antonio Covone, dopo la morte del padre ed
un'archiviazione per prescrizione, si era nuovamente
rivolto alla magistratura, presentando una nuova
denuncia, con la quale era posta in luce la presunta
esistenza di una situazione di monopolio generata da
detta privativa ed era avanzata una richiesta di
risarcimento dei danni al Comune per un ammontare di
mezzo miliardo del vecchio conio.
Si tratta di una
denuncia a partire dalla quale sono state avviate
altre indagini dei carabinieri che sono concluse, con
incartamenti ancora alla Procura della Repubblica di
Nola, che hanno evidenziato una presunta truffa ai
danni dell'ente locale. Antonio Covone era, ancora, il
bersaglio di una sparatoria che si è verificata
nell'agosto del 2003 in Piazza Annunziata nel centro
storico cittadino, pochi mesi dopo una sospetta
comparsa di manifesti sui costi delle esequie e pochi
mesi prima dell'ufficio di Antonio Esposito detto
Pelè, legato ad un noto clan locale, ora retto da
Giuseppe Castaldo, soprannominato o'commerciante.
In
quel frangente, per errore rimase ferito un lavorante.
E' scampato Antonio Covone ad altri due arresti più
recenti. A Saviano, fuori il cimitero, è stato
avvicinato da due individui su una moto. Gli è stata
puntata una pistola alla testa, ma l'arma si è
inceppata. A San Vitaliano, due estati fa, è stato
inseguito da altre persone su un mezzo a due ruote,
non lontano da casa sua, che gli hanno esploso contro
diversi colpi di arma da fuoco senza riuscire ad
attingerlo.
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