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Cronaca Loredana Monda 28 aprile 2007 01:05 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
Due organizzazioni nel mirino della magistratura e
delle forze dell'ordine. I militari dell'Arma della
Compagnia di Castello di Cisterna, coordinati dal
capitano Orazio Ianniello, hanno inferto un nuovo duro
colpo alla camorra dando esecuzione, nelle prime ore
della mattinata di ieri, a nove ordinanze di custodia
cautelare in carcere, emesse dal giudice per le
indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli su
richiesta del sostituto procuratore Franco Roberti
della Direzione distrettuale antimafia, a carico di
altrettanti soggetti ritenuti elementi apicali o
appartenenti ai clan Mazzarella e Castaldo.
Attraverso attività d'indagini condotte con vecchie e
nuove tecniche e attrezzature, coordinate dalla
Direzione distrettuale antimafia da cui sono scaturiti
i citati provvedimenti, i carabinieri hanno
ricostruito una serie di estorsioni perpetrate dalle
persone arrestate ai danni di imprenditori e di
commercianti della zona, praticante con l'aggravante
del metodo mafioso. Come sempre alle vittime era
garantita, a fronte dell'effettuato pagamento
richiesto, la tranquilla prosecuzione delle attività .
Un solo commerciante avrebbe collaborato con forze
dell'ordine e magistratura, a fronte di una ventina di
soggetti secondo quando ritengono gli inquirenti
vessati. Ben ottanta i carabinieri impiegati per
l'operazione, che oltre all'area nolana ha interessato
anche altre cittadine italiane. Una solo persona, di
cui non sono state rese note le generalità , è sfuggita
all'arresto, ma risulta tuttora ricercata. A
ritrovarsi, invece, con le manette ai polsi il
Giuseppe Castaldo, trentotto anni, detto o'
commerciante, che era uscito dal carcere a metà della
settimana scorsa, reggente dell'organizzazione che si
contende il controllo delle attività illecite in zone
con i referenti dei Mazzarella. Ordinanze notificate,
inoltre, a Virginio Luigi Castaldo di trentotto anni,
Luigi Armando Casadei di trentadue anni, Francesco De
Filippis di quarantadue anni, Salvatore Guercia di
trentasette anni, Ciro Cavone di trentaquattro anni,
Gennaro Tagliatatela di quaranta anni e Salvatore
Fusco, di ventiquattro anni, tutti residenti a
Marigliano.
Raggiunti in carcere Casadei, Taglialatela
e Teramo, gli unici colpiti dai provvedimenti ritenuti
vicini ai Mazzarella, che sono aggiunti a L'Aquila, a
Teramo e Poggioreale. Le indagini condotte dagli
uomini della Benemerita che hanno spinto all'emissione
dei provvedimenti notificati nelle ultime ore hanno
evidenziato movimenti di camorra a partire dal luglio
scorso. Dopo l'operazione dei carabinieri denominata
"La rosa nel deserto", che ha colpito soprattutto il
clan Mazzarella, che forte di un'alleanza con i Sarno,
attraverso pochi personaggi di fiducia, aveva fatto
del quartiere 219 la propria roccaforte, Giuseppe
Castaldo, un tempo legato al sodalizio
Autorino-Pianese-Nino, decapitato con una maxi
operazione del luglio 2003, in procinto di uscire dal
carcere, aveva cercato di pervenire ad un accordo,
finalizzato ad un congiunto controllo delle attivitÃ
illecite in zone, con particolare riguardo alle
estorsioni in danno di imprenditori e di commercianti,
nonché allo spaccio di sostanze stupefacenti, con
Ferdinando Autore, considerato da tempo dagli
inquirenti il referente locale del clan Mazzarella.
Aveva ricevuto un diniego alla proposta di alleanza.
Sia il commerciante sia soggetti di sua fiducia si
erano, quindi, posti in contrapposizione, operando
autonomamente per le estorsioni e per lo spaccio e
cercando simultaneamente di allontanare, attraverso
intimidazioni, aggressioni e sparatorie, gli
avversari. I movimenti finalizzati alla pianificata
ricacciata dei Mazzarella su San Giovanni a Teduccio,
avevano contemplato anche attacchi a Loredana Esposito
e Luisa Pitirollo, rispettivamente mogli di Gennaro
Taglialatela e Luigi Armando Casadei. Luisa Pitirollo,
ancora residente a Pontecitra, ormai bersaglio
indifeso, disperata ha chiesto protezione agli stessi
carabinieri che l'avevano in precedenza arrestata.
Praticamente, l'estate scorsa è stato dato inizio
all'operazione faraonica di ripresa di controllo della
zona da parte di Giuseppe Castaldo che stando a quanto
trapelato sul territorio e conformato da recenti
arresti della Polizia di Stato sarebbe riuscito nel
suo intento, almeno momentaneamente.
La gravità della
situazione in cui versa la città sotto il profilo
camorristico si evince da quando scrive la Direzione
distrettuale antimafia relativamente agli arresti
operati: "Il provvedimento compendia gli esiti di due
filoni investigativi complementari tra loro, che
offrono la plastica dimostrazione di quanto endemica e
non sradicabile sia la presenza della camorra nella
provincia di Napoli e, in particolare, sul territorio
di Marigliano. Endemicità con cui sono costretti,
purtroppo, a convivere le popolazioni ivi insediate e,
soprattutto, coloro che, più di altri, sono i
destinatari della prepotente azione prevaricatrice dei
singoli componenti i sodalizi criminali che lo
controllano, vale a dire gli operatori commerciali, i
destinatari cioè delle richieste estorsive". Intanto,
anche negli ultimi giorni è capitato di incrociare
persone che conoscono il trentottenne Giuseppe
Castaldo. Da loro si apprende che, prima della
notifica nella mattinata di ieri, dell'ultimo
provvedimento emesso a suo carico dalla magistratura,
o' commerciante era stato nuovamente rimesso in
libertà .
Era stato, infatti, scarcerato mercoledì
scorso. Ancora una volta, si chiede di non associare
il nome di Giuseppe Castaldo a quello di altri boss da
lui sostituiti a capo di sodalizi di zona, che dopo
essere stati arrestati preferiscono rimanere
nell'ombra. Ancora una volta, è sottolineato che il
trentottenne, benché notoriamente dedito ad attivitÃ
illecite, è ritenuto capace di insolita cortesia e
disponibilità e che per evitare che si arrabbi è
sufficiente non nominare in sua presenza i Mazzarella.
Ancora una volta, o' commerciante è definito soggetto
incline a selezionare le persone di cui si circonda,
evitando di "assoldare" individui abituati a fare uso
di sostanze stupefacenti e a fare piazzate sia in
pubblico sia in privato.
Ancora una volta, è precisato
che terreno d'interesse del Castaldo e dei suoi uomini
sono i settori dello spaccio di sostanze stupefacenti
e delle estorsioni a danno di commercianti e di
imprenditori, notoriamente e storicamente appannaggio
delle organizzazioni camorristiche. Secondo le
informazioni che continuano a trapelare sul
territorio, non sarebbero nel mirino gli studi
professionali come era accaduto con i Mazzarella, né
tanto meno i piccoli imprenditori e commercianti.
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