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Cronaca Loredana Monda 27 febbraio 2007 00:09 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
SANT'ANASTASIA - Da sempre, le
estorsioni a commercianti, imprenditori e
professionisti sono annoverate tra le attivitÃ
appannaggio delle organizzazioni camorristiche.
Anche
le due organizzazioni criminali colpite dall'emissione
delle numerose ordinanze di custodia cautelare in
carcere eseguite dai carabinieri sono risultate
particolarmente attive nel settore delle estorsioni.
I
"Sarno" ed i "Panico" erano soliti imporre il
cosiddetto "pizzo". I commercianti, in particolar
modo, erano costretti a pagare in cambio della
tranquilla prosecuzione dell'attività . Fin tanto che
è rimasta in piedi una solida alleanza tra i due
sodalizi, le vittime si sono confrontate con una sola
richiesta di pagamento. La rottura degli equilibri,
che si fa risalire all'anno 2004, determinata anche
dal timore dei Panico d'essere progressivamente
annientati sul territorio in cui erano precedentemente
egemoni dall'organizzazione dei Sarno, che partendo
dal quartiere Ponticelli sono progressivamente
riusciti ad affermarsi e a rafforzarsi all'interno di
buona parte dell'area vesuviana, ha avuto pesanti
ripercussioni anche sui commercianti, sugli
imprenditori e sui professionisti.
La ripresa della
faida ha portato, infatti, alla duplicazione delle
richieste estorsive. In sostanza, entrambe le
organizzazioni, simultaneamente, in cambio di
protezione, imponevano il pizzo. Si creata una
situazione vessatoria, negativamente influenzata dalla
crudeltà e dalla potenza dei due gruppi criminali che
ha visto le popolazioni della zona interessata dalla
faida in corso a piegarsi di fronte a prevaricazioni,
ad aggressioni ai patrimoni e alle persone esercitate
da esponenti di ambedue i sodalizi. In tale contesto,
stando alla ricostruzione dei fatti operata dai
carabinieri, a causa di legami di parentela con
esponenti dell'una o dell'altra organizzazione oppure
a causa della semplice provenienza da una determinata
area geografica, singoli commercianti si sono visti
presentare presso i loro esercizi personaggi che,
talvolta armati, hanno intimato la chiusura
dell'attività .
Coloro che hanno praticato
intimidazioni ed estorsioni, stando alla ricostruzione
dei militari dell'Arma coordinati dalla Direzione
distrettuale antimafia, non si sono fermati neppure
dinanzi alla presenza di bambini in tenera età . In
prossimità delle festività natalizie, per gli anni
2004, 2005, 2006, gli operatori commerciali sono stati
costretti oltre a corrispondere denaro, ad acquistare
a prezzi maggiorati gadget pubblicitari, quali piccole
agende e penne, distribuite da emissari del clan
Sarno. La pratica organizzata e gestita dal sodalizio
permetteva di introitare dai da 50mila agli 80mila
euro annui.
In realtà , l'esistenza di una duplice
richiesta di denaro ai commercianti era emersa con
chiarezza già prima dell'ultima attività d'indagine.
Era stata, infatti, messa in luce dai carabinieri a
conclusione di un'operazione dell'estate scorsa che
aveva portato all'arresto di personaggi che armati di
tutto punto si erano presentati ai commercianti
provenienti da Ponticelli, considerata la roccaforte
dei Sarno, imponendo la chiusura associando
automaticamente la zona di origine dei titolari delle
attività al sodalizio avversario. I carabinieri hanno infine sequestrato beni
mobili E immmobili per 11 milioni di euro, che erano nella disponibilità dei due clan.
Si tratta di società commerciali, di appartamenti, di imbarcazioni e di autovetture.
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