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Cronaca Loredana Monda 21 gennaio 2007 01:03 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Legge finanziaria, trattamento di fine rapporto,
sistema pensionistico. Rappresentano i punti focali
del pubblico incontro promosso dalla Camera del Lavoro
di Marigliano della Cgil, che si è tenuto a partire
dalle ore 18 di giovedì scorso, presso l'aula
consiliare del Palazzo Municipale.
Uno il dato
importante: a distanza di pochi mesi
dall'inaugurazione della sede cittadina, dalla quale
arriva la promessa di altri convegni, la Cgil ha
organizzato una prima iniziativa, ulteriore segnale di
volontà di apertura al territorio. Due, invece, le
note dolenti: da un lato la flebile presenza delle
forze politiche, dall'altro la forte indifferenza, di
fronte a temi d'interesse collettivo, dei cittadini -
lavoratori, che quotidianamente lamentano, comunque,
precarietà sotto il profilo socio-culturale ed
economico.
Con l'incontro, come si evince dagli
interventi di Armando Dell'Atti (responsabile Camera
del Lavoro di Marigliano), di Giuseppe Errico
(segretario generale della Camera del Lavoro
Metropolitano) e Giovanni Sannino (segretario
provinciale della Fillea), la Cgil ha inteso fare il
punto sugli obiettivi che si era posto il sindacato
rispetto all'azione governativa, a partire
dall'approvazione della legge finanziaria, ponendoli a
confronto con quelli realmente centrati.
La Cgil
mirava alla tutela delle fasce deboli, al rilancio del
sistema produttivo, alla risoluzione delle
problematiche di precariato di lunga data nel pubblico
e nel privato, al rinnovo dei contratti scaduti, alla
revisione dei vecchi accordi sulle pensioni e sul
trattamento di fine rapporto, alla discussione sulla
questione meridionale. Certo non tutto è stato fatto,
ma per il sindacato il giudizio sull'azione di governo
è tutto sommato positivo. Tante polemiche sembrano,
per la Cgil, soprattutto frutto di demagogia e di
cattiva informazione.
Per il sindacato confederato,
per la prima volta dopo decenni, la finanziaria varata
guarda alle problematiche del Mezzogiorno. Toglie ai
ricchi per risanare le casse dello stato, perché senza
investimento, con un prodotto interno lordo ai minimi
termini, un forte indebitamento con l'Europa,
un'elevata spesa pubblica non esiste risanamento del
sistema produttivo e non esiste sviluppo. Non tartassa
le fasce deboli. Per la Cgil si conforma, in sostanza,
ad un principio di equità , anche sotto il profilo
fiscale. Qualunque comune cittadino con calcoli
semplicissimi, relativamente a precise questioni può
verificare i miglioranti.
Anche l'eventuale esercizio
del diritto di utilizzo del trattamento di fine
rapporto porta vantaggio e sgravi fiscali. Conviene,
per il sindacato, fruire del diritto. Nessun obbligo,
tuttavia, esiste in merito. Buono il giudizio anche su
altri provvedimenti varati dal governo Prodi.
Precisano dalla Cgil non si tratta di vicinanza
ideologica, ma di inversione di rotta. Chiaramente,
restano punti critici sui quali aprire il confronto.
Se sarà necessario, il sindacato sarà pronto ad indire
lo sciopero generale come ha fatto quando al governo
c'erano altri.
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