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Cronaca Loredana Monda 24 dicembre 2006 00:38 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Qualcosa comincia a muoversi. Di recente, sono state
registrate novità inerenti la bonifica dell'Agrimonda.
Il presidente del Comitato Ambiente e Territorio di
Mariglianella, Ciro Tufano, ha reso noto che ad
occuparsi della questione sarà , per volontà del
Ministero dell'ambiente, il sub commissario Arcangelo
Cesarano.
Nel corso di un incontro in Regione della
settimana scorsa, è stato stabilito che saranno
effettuati nuovi controlli sulla qualità dell'arie
nella zona a suo tempo interessata dall'incendio di
tonnellate di materiali chimici e ulteriori analisi
presso il seminterrato del manufatto non abbattuto a
seguito del rogo per controllare ipotetiche
percolazioni. Sarà , quindi, approntato un nuovo
progetto di rimozione del cumulo di materiali in
giacenza, sulla scorta delle analisi già condotte. Si
pensa, infatti, all'utilizzo di fondi Por 2007/2013.
Il Comune di Mariglianella è riuscito, intanto, ad
ottenere altri ventimila euro da utilizzare per
l'acquisto di un nuovo telo da fruire per la copertura
dei cumuli in giacenza in attesa della rimozione degli
stessi e della bonifica del sito, dal quale provengono
odori nauseabondi che non risparmiano neppure anziani
e bambini e che arrecano danno a coloro che giÃ
soffrono di patologie respiratorie. La bonifica è
attesa.
Non è stata effettuata nonostante siano
trascorsi quasi dodici anni dal rogo del deposito
della fitofarmaci. E' stata, infatti, condizionata
dagli scontri a suon di carta bollata tra il Comune e
i proprietari del deposito, nonché dalla carenza di
fondi regionali, ai quali si è cercato di sopperire
negli ultimi tempi, pervenendo agli esiti
dell'incontro della scorsa settimana. Presso
l'Agrimonda, l'incendio si è verificato nel luglio
1995. Sono bruciate tonnellate di materiali chimici,
in una zona non distante da abitazioni occupate da
circa una quindicina di famiglie.
In questi anni, il
Comune si è adoperato almeno per coprire i materiali
in giacenza con un telone dalle caratteristiche
particolari, che logorato dal tempo ha imposto una
sostituzione. Nel frattempo l'ente ha affrontato
contenziosi con i proprietari del deposito dovuti alla
necessità di stabilire a chi spettasse la bonifica. Il
Tribunale di Nola prima, la Corte d'appello poi, hanno
condannato i proprietari del deposito a pagare per i
danni patrimoniali non per i danni ambientali, non
essendo stato l'incendio frutto di loro errato
contegno.
E' intervenuta, però, la nota ministeriale
471/99 che ha disposto che la copertura dei costi di
bonifica fosse a carico degli stessi soggetti. La
Regione si sarebbe dovuta limitare ad anticipare i
fondi al Comune, che l'avrebbe dovuti poi incamerare.
E' intervenuta, quindi, una nuova ordinanza nel 2001
da parte del Comune, che ha generato un nuovo
contenzioso con i proprietari del deposito della
fitofarmaci. Nel frattempo, uno studio effettuato da
esperti e consegnato nel 2005 al Comune, alla Regione,
all'Asl e all'Arpac ha stabilito che per la tipologia
di materiali da trattare e per i costi di smaltimento
per la bonifica fossero necessari circa otto milioni e
mezzo di euro.
I costi elevati della bonifica sono
stati considerati da abbattere, soprattutto attraverso
l'utilizzo di nuove tecnologie. Ora l'intera vicenda,
come predetto, passa al commissariato di governo per
le bonifiche, dopo che, nel tempo, l'Agrimonda è stato
anche inserito nell'anagrafe regionale dei siti da
risanare.
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