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Cronaca Loredana Monda 27 novembre 2006 00:18 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Contattato Pasquale Beneduce, componente della segreteria provinciale dello Sdi, da figura politica, subito comprende quale sarà la prima domanda che gli sarà rivolta. Guardato con diffidenza da molti per il torto d’essere, per uno scherzo del destino, il cognato dell’onorevole deputato Paolo Russo di Forza Italia, leader locale dello schieramento avversario, ammette che tante voci su accordi elettorali trasversali gli sono note.
Partendo da un discorso generale per arrivare al particolare, fermamente, seccamente asserisce: “I socialisti democratici italiani sono per le coalizioni classiche di centrosinistra. Ci sono, comunque, difficoltà , dovute principalmente ad un asse forte tra Margherita e Ds”.
Nello specifico delle questioni cittadine comincia ad addentrarsi quando afferma:
“Quando si è in una coalizioni, non si deve tenere conto solo della forza dei numeri. Per Marigliano si deve parlare di anomalia: l’amministrazione è forte nei numeri, ma è debole politicamente. Le stesse elezioni sono state anomale. Non possiamo dimenticare l’esclusione delle liste di Forza Italia e dei Democratici di Sinistra. Una partecipazione dei due partiti avrebbe generato equilibri e numeri diversi.
Ora la coalizione vive la difficoltà di portare avanti un programma. Paghiamo lo scotto delle scelte dell’ultima ora sulle candidature a sindaco”.
Non manca, in verità , un riferimento alle liste, visto che l’esponente dello Sdi ammette che si doveva prestare maggiore attenzione alla scelta degli uomini.
Impossibile non fargli notare che forse qualcosa è andato storto, visto che i partiti del centrosinistra (tutti, ad eccezioni d’uno) aveva sottoscritto un manifesto, che era frutto di discussioni su temi precisi.
Una critica forte arriva quando Pasquale Beneduce afferma: “La prima giunta Nappi ha conseguito qualche risultato, ma ha dato vita ad un modo d’agire, ad un sistema, rispetto al quale la coalizione non è riuscita a dare forti segnali di continuità . Una “cupola” preme sull’amministrazione, che avrebbe dovuto operare forti cambiamenti nell’apparato burocratico, non nell’intento di togliere chi aveva opinioni diverse o per favorire amici, familiari, soci, ma per premiare coloro che nel tempo avevano dimostrato di lavorare onestamente e fuori da certi meccanismi. Ora l’amministrazione necessità d’interventi straordinari: mi riferisco a scelte oculate”.
Se da un lato Pasquale Beneduce ammette che si parli di tenuta instabile dellÂ’amministrazione e afferma che sia giusto discutere anche delle alleanza anche quando non si prossimi alla fine di unÂ’esperienza di governo, dallÂ’altra afferma che qualche margine di cambiamento di rotta esiste.
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