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Cronaca Loredana Monda 24 novembre 2006 00:15 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Il senatore Tommaso Sodano del Partito della Rifondazione Comunista interviene ancora a tutela del territorio nolano. Ha presentato, infatti, una nuova interrogazione parlamentare a risposta scritta.
Destinatari dell’atto sono i ministri dei beni e delle attività culturale, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e dell’interno. L’atto interessa il Comune di Roccarainola. L’onorevole si sofferma, in particolare, sull’antico insediamento castrense denominato la “Castelluccia”, ubicato in località Difesa di Fellino.
L’interrogazione riguarda, comunque, anche il territorio di Marigliano. Il provvedimento è stato pubblicato in data 22 novembre 2006. A fare nei lettori riportiamo integralmente il contenuto dell’interrogazione dell’onorevole Sodano.
Premesso che: nel Comune di Roccarainola (Napoli), in località “Difesa di Fellino” lungo la provinciale Cicciano-Cancello, a 350 metri sul livello del mare, è ubicato un antico insediamento castrense denominato “la Castelluccia”; “la Castelluccia” è un complesso di notevole interesse storico, architettonico ed archeologico. Fu costruito dai Longobardi nel VIII-IX secolo d.C. per rispondere all'esigenza di riorganizzare il territorio utilizzando, peraltro, un sito già frequentato in epoca romana e preromana; a partire dalla metà degli anni '70 in località “Difesa di Fellino” furono aperte, sulle colline ricadenti nei comuni di Roccarainola, Cicciano (Napoli) e San Felice a Cancello (Caserta), numerose cave estrattive, dislocate a distanza ravvicinata, e furono allestiti una decina di cementifici ed impianti produttivi; negli ultimi decenni l'attività estrattiva nella zona è notevolmente aumentata spesso anche in modo illecito. Questo non solo crea disagi agli abitanti dei centri urbani limitrofi, Polvica di Nola, Pezzalunga di Acerra, Marigliano, Cicciano e varie frazioni di Cancello Scalo, danneggiandone irrimediabilmente la salute, ma produce alti livelli di inquinamento ambientale ed acustico, causando notevoli danni dal punto di vista paesaggistico.
Inoltre i trasporti che si rendono necessari per il pieno funzionamento delle varie cave interferiscono con la mobilità locale sovraccaricando le infrastrutture; lo sfruttamento e la coltivazione di numerose cave ha arrecato danni incalcolabili anche al patrimonio storico ed archeologico dell'area con conseguente distruzione di reperti romani e preromani e di importantissime grotte preistoriche risalenti addirittura al Paleolitico, come il “Riparo del Fellino” (o Grotta della Pietra dell'acqua), la “Grotta di S. Stefano” e la “Groticella del Vallone futo” a monte di Masseria Candelaio, saltate in aria per le forti esplosioni provocate dai complessi estrattivi;negli ultimi mesi lo sfruttamento irrazionale e indiscriminato delle cave sta arrecando grave pregiudizio alla stabilità anche della rocca denominata “la Castelluccia”, le cui strutture indebolite dall'incuria, dal tempo e dalla mancanza di qualsiasi intervento di consolidamento e restauro, risultano gravemente danneggiate.
L'elevato quantitativo di materiale esplosivo, utilizzato quotidianamente nell'estrazione degli inerti, ha provocato un vero e proprio collasso delle strutture architettoniche ed archeologiche, determinando il crollo di parte della torre, della cinta muraria, delle torrette di avvistamento, degli ambienti relativi al corpo di guardia, si chiede di sapere:quali provvedimenti il Ministero per i beni e le attività culturali abbia assunto per la salvaguardia architettonica, archeologica e ambientale del sito denominato la “Castelluccia” di Roccarainola; quali misure straordinarie intenda adottare per evitare la completa distruzione e la perdita di un'importantissima testimonianza culturale e paesaggistica; quali iniziative siano state adottate dai Ministri in indirizzo, ognuno per le rispettive competenze, per garantire il rispetto delle leggi, la sicurezza e la salute dei cittadini, e la tutela del territorio; quali iniziative si intendano assumere, per quanto di competenza, per avviare i necessari programmi di ricomposizione ambientale, rendendo immediatamente coercibile l'obbligo della ricomposizione medesima, utilizzando all'uopo il personale dipendente delle cave e dei cementifici posti sotto sequestro, a carico dei soggetti responsabili delle attività illecite.
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