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Cronaca Loredana Monda 04 novembre 2006 22:48 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
E' stato parzialmente abbattuto venerdì scorso Palazzo Montagna. Si tratta di un immobile ubicato ad angolo tra il centrale Corso Umberto I e Via Ambasciatore Montagna (l’arteria prende il nome da un illustre concittadino proprietario della costruzione). Il Comune è intervenuto disponendo un blocco dei lavori in corso.
L’area circostante il fabbricato, come si può facilmente notare, è recintata per motivi di sicurezza.
Il Palazzo Montagna era citato in un atto, a firma degli architetti Maria Frattolillo e Enrico Guglielmo, dellÂ’aprile 2004, contenente una lista di immobili per i quali la Sovrintendenza dei beni ambientali e culturali di Napoli intendeva predisporre
sopralluoghi: allo scopo informava il Comune che all’epoca era sotto gestione commissariale. In detta lista c’erano Palazzo Comunale, Palazzo Mastrilli, Palazzo Cesarano, Palazzo Doria, Palazzo D’Alessandro, Palazzo delle “Ornie Catalane”, Palazzo “Torre”, Masseria Martoni, Palazzo e Cappella Anselmi, Palazzo Addeo, Palazzo Montagna, Palazzo D’Amore, Palazzo Quattrocchi, Chiesa di Sant’Antonio, centro storico di Laudomnini, Palazzo Terracciano, Palazzo Lombardi, Palazzo Amato, Palazzo Monda, Casa Catalana.
Stando a quanto è stato precisato nei giorni scorsi dal responsabile dell’area gestione tecnica del Comune, l’ingegnere Andrea Ciccarelli, allo stato attuale nessun immobile, fatta eccezione di Villa Galdi, è assoggettato a vincolo. Si deve presumere, dunque, che il vincolo non sia stato apposto neppure al Palazzo Montagna. Si apprende, comunque, da alcuni testi sulla storia di Marigliano, che la famiglia di proprietari dell’immobile si era stabilita nel Cinquecento nella frazione di Casaferro.
Il Palazzo è stato abitato prima da un deputato del periodo post unità d’Italia e poi dal nipote ambasciatore, Giulio Cesare Montagna. Dagli stessi liberi si apprende, inoltre, che sotto l’immobile erano state individuare sorgenti di acqua ricca di carbonati, tanto che nell’Ottocento vi era stato impiantato uno stabilimento termale. Nella seconda guerra mondiale, l’immobile era stato, infine, adibito a quartiere generale delle truffe anglo – americane.
Senza che sia stato neppure accertato lÂ’interesse storico dellÂ’edificio, se ne andrebbe, dunque, con il suo abbattimento, un ulteriore pezzo di storia locale.
Tutto avviene in un contesto di caos sotto il profilo dell’urbanistica e della tutela dei beni culturali, caratterizzato anche da interventi della Procura e delle forze dell’ordine, nonché del Ministero (sollecitato attraverso interrogazioni parlamentari).
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