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Ambiente Nicola Riccio 20 dicembre 2018 15:50 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Nola – Per il quarto anno consecutivo la centralina ARPAC di San Vitaliano si avvia a segnare il maggior numero di sforamenti giornalieri nell'anno del limite massimo consentito dalla legge per le polveri sottili nell'intera Campania. I dati forniti dalla rete regionale ARPAC di monitoraggio della qualità dell'aria (49 centraline diffusamente collocate nelle varie aree campane) rivelano che gli sforamenti giornalieri complessivi di PM10 osservati, dal 2015 (primo anno d'insediamento della centralina a San Vitaliano) sono stati 127 nel 2015, 78 nel 2016, 104 nel 2017, tutti ampiamente superiori ai 35 sforamenti annui consentiti dalla legge.
Per il 2018, alla data del 16 Dicembre, il numero di sforamenti giornalieri del PM10 è 111 per la centralina ARPAC di San Vitaliano, ampiamente prima tra quelle dell'intera rete regionale, seguita dalle altre due centraline dell'area nolana, cioè Pomigliano d'Arco con 92 sforamenti ed Acerra scuola Caporale con 63.
E’ stata indetta per domani 21 dicembre, a partire dalle h 18, presso la Chiesa dell’Immacolata nell’omonima Piazza, a Nola, una Conferenza Stampa sul tema ambientale. A proporla, diverse sigle associative, quali ASSOCIAZIONE ISDE MEDICI PER L'AMBIENTE 'NOLA-ACERRA' , ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI SEZ. DI NOLA, COMMISSIONE DIOCESANA PASTORALE DEL LAVORO E SALVAGUARDIA DEL CREATO NOLA , COMITATO CIVICO DIFESA DIRITTO ACQUA NOLA , CIVITAS , FONDAZIONE HYRIA NOVLA e FED. ASSOCAMPANIAFELIX.
L’inquinamento ambientale dell’area nolano-acerrana sta raggiungendo livelli oramai intollerabili, nella quasi totale assenza di misure ed iniziative atte a mitigare tale inquinamento nella maggior parte dei comuni della Città Metropolitana.
QUALI DANNI ALLA SALUTE? È ormai ampiamente documentato che a breve termine (qualche giorno) per ogni incremento di 10 mg/m3 di PM10 si hanno eccessi di mortalità per cause respiratorie e per cause cardio-polmonari ed eccessi di ricoveri per cause cardiache e respiratorie.
Nel 2013 l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’inquinamento atmosferico (outdoor air pollution) come cancerogeno per polmone e vescica (2.1), ricordando che l’esposizione a polveri sottili (PM 2,5) ha causato nel mondo 3,2 milioni di morti premature nell’anno 2010 (prevalentemente per patologie cardiovascolari) e circa 223.000 morti per tumore del polmone.
COSA FARE? In altre regioni italiane si ricorre a misure stringenti per limitare le emissioni di tali inquinanti nei periodi più critici (vedasi sito dell’Arpa Emilia Romagna alla pagina https://www.arpae.it/misure_emergenziali.asp?idlivello=1697);
- stop agli autoveicoli a benzina, a diesel Euro 4 ed inferiori, ai ciclomotori e motocicli dalle 8,30 alle 18,30;
- abbassamento temperature medie nelle abitazioni fino a 19° e negli spazi commerciali e ricreativi fino a 17°;
- divieto di combustione all'aperto (residui vegetali, falò, barbecue, fuochi d'artificio...);
- divieto di uso di biomasse per il riscaldamento domestico (in presenza di impianto alternativo) con classe di prestazione energetica ed emissiva <4*;
- divieto di sosta con motore acceso per i veicoli; divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili;
- potenziamento controlli sia sulla circolazione dei veicoli nei centri urbani che sugli impianti termici a biomassa che sulla combustione all'aperto e spandimento liquami.
L’APPELLO: Facciamo appello al senso di responsabilità dei sindaci, affinchè emettano ordinanze ad horas restrittive ed efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico e invitiamo la popolazione a limitare il più possibile l’uso delle fonti inquinanti comuni.
Invitiamo la Regione Campania a mettere in atto il ‘Piano Regionale della Qualità dell’Aria’ che regola le misure restrittive che riducono l’impatto degli inquinanti atmosferici e mitigano i danni alla salute, attraverso una rete di monitoraggio dell’aria più efficiente ed efficace.
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