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Ambiente Sanità Maria Capasso 07 ottobre 2018 23:15 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
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MARIGLIANELLA - Crolla la tensostruttura posta a copertura dei lavori di rimozione delle ceneri combuste di Agrimonda, la bomba ecologica di fitofarmaci e chimici per l' agricoltura data alle fiamme nel 1995. Lezzi chimici, nauseabondi nell'aria e 400 tonnellate di rifiuti tossici sommersi dall'acqua piovana gettano nel panico la popolazione.
La struttura è stata divelta dal vento. Sul posto per fare il punto della situazione è arrivato il sottosegretario all' Ambiente, Salvatore Micillo. Con lui anche il consigliere regionale Gennaro Saiello e il senatore Mautone del M5S: " Bisogna fare rete per accelerare la rimozione e allo stesso tempo mettere in sicurezza senza divisioni. Bisogna solo scusarsi con i cittadini ".
A pagare lo scotto della situazione sono i cittadini di via Pasubio a Marigliano, vicini al luogo del disastro che si trova alla periferia di Mariglianella. Tra i presenti c’è anche il sindaco di Mariglianella, Felice Di Maio, che ribadisce massima allerta sulla vicenda che lo vede direttamente investito. Agrimonda era tra i Sin, poi fu derubricato e adesso tra intoppi vari e a singhiozzo si sta procedendo con la rimozione. La bonifica? Per quella bisognerà chissà quanto ancora aspettare, anzi si spera di non doverla proprio effettuare.
Attualmente il sito è disastrato e con lavori sospesi. I residenti sono esasperati e costretti a vivere negli alberghi vicini a causa dei lezzi pestilenziali sprigionati nel corso dell’operazione di rimozione che si è protratta oltre il previsto. La società di Brescia che aveva dato l’ok per i rifiuti ad un certo punto si è tirata indietro ed è stato necessario fare una nuova indagine di mercato per reperire una nuova ditta. Quella che si è mostrata disponibile ad accogliere le ceneri chimiche si trova ad Alessandria ma ha chiesto un prezzo di smaltimento superiore.
Delle 7 mila tonnellate di ceneri chimiche ora ne restano circa 400 tonnellate ma la gente è esasperata. La pioggia ha praticamente fatto crollare la struttura in ferro sottostante al telone di copertura che è stato portato via dal vento. Ora i rifiuti restanti si trovano in una parte del sito non cementificata e peraltro nell’acqua. I responsabili del sito provano a rassicurare i cittadini che non ci sono pericoli o meglio usano il condizionale che non ci sarebbero pericoli di infiltrazioni nel suolo.
A chiedere delucidazioni è i consigliere regionale Gennaro Saiello che da tempo segue la vicenda sollecitando la Regione affinché si ponga fine a questa triste storia . La rabbia della gente si fa sentire. “Finora ci avete raccontato solo chiacchiere. Ci avevate detto che il sito era sicuro e che non ci sarebbero state dispersioni nell’aria e invece è bastato il maltempo per mettere in discussione tutta la sicurezza decantata. Senza contare le esalazioni pestilenziali che per tutto il periodo estivo siamo stati costretti a respirare”.
Anche adesso che la gran parte delle montagne di rifiuti sono state smaltite la puzza chimica è forte e toglie il respiro. La gente nonostante tutto accorre sul sito per far sentire la propria voce, le persone non indossano mascherine niente, mettono a repentaglio la propria salute pur di tutelare quella della nuove generazioni.
Tra di loro c’è anche il presidente del consiglio di Marigliano, Vito Lombardi. “La passerelle politiche non servono - ribadisce Salvatore Micillo, occorre agire e portare via questi rifiuti”. Tra i politici ci sono anche Francesco Capasso, consigliere comunale di Marigliano e della Città metropolitana e tutto il gruppo del M5S di Mariglianella con Pina Principato in testa.
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