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Ambiente Salvatore De Riggi 30 aprile 2015 23:28 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
“Rinascita Marigliano” e “Il salice Bianco”: nel collettore che parte dalla Vasca San Sossio sono stati rinvenuti diversi scarichi di acque nere e/o miste che non sono oggetto di depurazione e che non potrebbero immettersi direttamente nel collettore
MARIGLIANO - Si è svolto martedì scorso il convegno dal titolo “Il sistema di drenaggio di Marigliano: da Vasca San Sossio ai Regi lagni”, organizzato dalle Associazioni “Rinascita Marigliano” e “Il salice Bianco”. L’evento, moderato dalla giornalista del Roma, Monica Cito, ha trattato un argomento scottante e di attualità, viste le criticità ambientali e idrauliche che, irrisolte, affliggono il nostro paese ormai da decenni.
L’ingegnere Sebastiano Pesce ha presentato una relazione dal titolo “Opere per la regimazione delle acque”, fornendo una panoramica sui sistemi e i tipi di fognature, sulla normativa vigente per gli scarichi fognari, sulla funzione idraulica della Vasca san Sossio. L’ingegnere Pesce ha poi illustrato il progetto del sistema fognario di Miuli, confermandone, in sostanza, la bontà progettuale e le condizioni di sicurezza, considerato che la Vasca San Sossio può abbondantemente contenere le eventuali portate di piena del collettore. Ricordiamo che attualmente, i lavori del sistema fognario sono stati appaltati, cominciati con tutta una serie di disagi per i cittadini e poi bloccati per irregolarità amministrative.
La seconda relazione della serata, presentata dal sottoscritto, dal titolo “Il sito di Vasca San Sossio: inquinamento e bonifica mai realizzata.” ha trattato lo stato ambientale della Vasca. È stato illustrato attraverso foto e stralci di documenti, quello che è accaduto nel sito a partire dal febbraio 2006, quando fenomeni di autocombustione rilasciarono fumi tossici, le omissioni e le assenze degli enti competenti, la superficialità dell’ARPAC, il ruolo fondamentale dei comitati cittadini. In particolare è stata ricostruita la cronologia degli interventi (2 anni per l’inizio dei lavori e 3 anni per la messa in sicurezza di emergenza) ed è stato confermato, mostrando le foto degli ultimi sopralluoghi dello scorso mese, che buona parte di quei rifiuti speciali (car fluff e scorie di fonderia) sono ancora lì, lungo la scarpata della Vasca, a poche decine di metri dalle case, da un campo scout e da una scuola.
Ultima relazione tecnica, dal titolo “Caratterizzazione del collettore emissario della vasca”, è stata quella presentata dal geologo Antonio Pignalosa, che ha mostrato le caratteristiche idrauliche, la forma, ma soprattutto lo “stato dell’arte” del collettore che parte dalla Vasca e corre, poi tombato, sotto Via Pontecitra e Via Isonzo. I dati presentati si basano su un’ispezione diretta, effettuata a fine marzo dai tecnici, che sono entrati nel collettore muniti di tutte le attrezzature di sicurezza.
Ecco le criticità osservate: il collettore parte dalla Vasca con una sezione larga 3 metri e alta 2 metri, che si riduce, in corrispondenza della rotonda su Corso Umberto, a di soli 90 cm di altezza, per la presenza di detriti addensati; durante l’ispezione, sono stati rinvenuti diversi scarichi di acque nere e/o miste che non sono oggetto di depurazione e che non potrebbero immettersi direttamente nel collettore (tecnicamente è un corso d’acqua coperto); infine, la parte terminale del collettore, che dovrebbe ridiventare scoperto su via Masseriola del Bosco, non è nota, ma potrebbe essere parzialmente o completamente ostruita, per quello che è stato possibile vedere.
Il convegno è stato poi chiuso dal filosofo e saggista prof. Aniello Montano, che ha parlato della questione ambientale in termini etici, filosofici e storici. In particolare, lo studioso acerrano ha ricordato come si sbagli a valutare l’ambiente sempre e solo in termini economici (e quindi secondari in un momento di crisi come quello attuale) poiché l’essere umano è felice solo in un ambiente salubre e bello, e tutti gli esseri umani, soprattutto i bambini, hanno diritto ad essere felici.
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