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Cronaca Redazione 03 gennaio 2019 22:15 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
ACERRA - NOLA - I vescovi delle Diocesi di Acerra, Aversa, Caserta e Nola con un loro messaggio hanno "richiamato l’attenzione dei cittadini e delle autorità sulla gravità dell’inquinamento ambientale della nostra terra e sulla drammaticità delle sue ricadute sulla salute e sulla vita della nostra gente".
Essi hanno evidenziato "con grande dispiacere," come "la nostra terra, da sempre identificata come l’antica, splendida “Campania felix", sia stata, ora, indicata come “Terra dei fuochi".
Certo è molto triste assistere inermi su quanto sta accadendo alla nostra terra e alle nostre stesse vite. Una terra un tempo lodata e cantata in liriche e poesie dal più famoso Virgilio al nostro conterraneo sacerdote e poeta Elia Aliperti.
Avendo superato il mezzo secolo ho gli anni giusti per ricordarla ancora bella, quando i nostri nonni facevano riposare il terreno da una stagione all'altra perché anche la terra come tutti i viventi aveva la necessità di riposarsi e di rigenerarsi prima di una nuova coltivazione.
Era il modo per tenere fede al mandato ricevuto dal Dio Creatore quello di "coltivarla" e di "custodirla", si custodirla, averne cura affinché come l'amata potesse essere sempre più bella. Improvvisamente tutto è cambiato!
L'amata è stata violentata nella sua naturale bellezza, ed i "fusti" di veleni hanno lentamente preso il posto di intere coltivazioni. Il danaro lentamente si impossessava della nostra terra facendo si che giorno dopo giorno venisse sempre più deturpata e violentata.
In questi ultimi decenni sono stati scritti numerosi libri, girati documentari televisivi, numerosi film tutti a raccontarci "la storia criminale" di questa nostra martoriata terra. Sappiamo forse quasi tutto di quello che è successo negli ultimi decenni.
Ma c'è un pezzo di storia che non conosciamo per niente è quella "del silenzio degli onesti". Si "onesti", non hanno commesso crimini, ma con il loro silenzio, con il nostro silenzio si è consentito che tutto ciò accadesse. "Silenzio" che ha consentito carriere professionali e politiche mentre la nostra terra, l'amata si spegneva lentamente.
Questa terra grida giustizia, per i tanti crimini commessi, per i tanti "silenzi onesti" che hanno consentito che tutto ciò accadesse, lo dobbiamo ai nostri padri che l'hanno "coltivata e custodita", ai nostri figli che hanno la sola colpa di essere nati qui, ai tanti morti innocenti che ogni giorno caratterizzano oramai anche le nostre storie familiari e personali, per superare anche la rassegnazione che ci prende e ricominciare a VIVERE.
Foto di archivio
Francesco Annunziata
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